Il parlamento del Belgio ha ieri approvato la controversa legge sull’eutanasia per i minori malati terminali senza limiti d’età.
Radio Vaticana - Secondo i vescovi del Paese europeo, si tratta di “un crimine che apre la strada ad altri attentati contro la vita”. La normativa, ancora più elastica di quella che c’è in Olanda, che tuttavia prevede un tetto di 12 anni, è passata nonostante la strenua opposizione della Chiesa cattolica e delle comunità ebraica e musulmana. Giancarlo La Vella ne ha parlato con il card. Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita: ascolta
R. – Credo che il bambino sia diventato bersaglio di più attacchi. Si ricorderà che, qualche mese fa, vennero due studiosi a proporre l’aborto post-natale, cioè a spiegare che le cause che nella società di oggi contribuiscono a giustificare legalmente l’aborto devono essere fatte valere, secondo loro, anche per i bambini malati e malformati dopo la nascita. Questa mostruosità va a colpire il bambino, non solamente prima ma anche dopo. Adesso, dal Belgio viene a essere anticipata l’eutanasia per gli anziani morenti, gli infermi, per i bambini, e anche per i minori senza limiti di età. Allora, si vanno a congiungere aborto ed eutanasia nella fascia dei bambini. C’è anche un accento di crudeltà che rende orribile il solo pensare a quello che sta succedendo! C’è da dire che nel mondo manca l’amore, perché basterebbe una certa dose di pietà, di compassione umana per scongiurare queste cose.
D. – Come parlare di queste tematiche a una società come quella belga, che secondo i sondaggi sarebbe per oltre il 70% favorevole ad una legge del genere?
R. – Credo ci siano i segni di ripresa, a cominciare proprio dalla rottura di questa cappa di piombo costruita sul mondo occidentale chiamata "benessere, piacere, utilità", che fa sì che il bicchiere della felicità venga bevuto in breve tempo – quello terreno – e che poi venga buttato via insieme alla vita.
Radio Vaticana - Secondo i vescovi del Paese europeo, si tratta di “un crimine che apre la strada ad altri attentati contro la vita”. La normativa, ancora più elastica di quella che c’è in Olanda, che tuttavia prevede un tetto di 12 anni, è passata nonostante la strenua opposizione della Chiesa cattolica e delle comunità ebraica e musulmana. Giancarlo La Vella ne ha parlato con il card. Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita: ascolta
R. – Credo che il bambino sia diventato bersaglio di più attacchi. Si ricorderà che, qualche mese fa, vennero due studiosi a proporre l’aborto post-natale, cioè a spiegare che le cause che nella società di oggi contribuiscono a giustificare legalmente l’aborto devono essere fatte valere, secondo loro, anche per i bambini malati e malformati dopo la nascita. Questa mostruosità va a colpire il bambino, non solamente prima ma anche dopo. Adesso, dal Belgio viene a essere anticipata l’eutanasia per gli anziani morenti, gli infermi, per i bambini, e anche per i minori senza limiti di età. Allora, si vanno a congiungere aborto ed eutanasia nella fascia dei bambini. C’è anche un accento di crudeltà che rende orribile il solo pensare a quello che sta succedendo! C’è da dire che nel mondo manca l’amore, perché basterebbe una certa dose di pietà, di compassione umana per scongiurare queste cose.
D. – Come parlare di queste tematiche a una società come quella belga, che secondo i sondaggi sarebbe per oltre il 70% favorevole ad una legge del genere?
R. – Credo ci siano i segni di ripresa, a cominciare proprio dalla rottura di questa cappa di piombo costruita sul mondo occidentale chiamata "benessere, piacere, utilità", che fa sì che il bicchiere della felicità venga bevuto in breve tempo – quello terreno – e che poi venga buttato via insieme alla vita.
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