Prosegue la missione diplomatica in Medio Oriente del segretario di Stato americano Kerry. Oggi tappa in Arabia Saudita e Giordania, dopo il rigetto di Israele delle proposte statunitensi relative alla sicurezza nella contesa valle del Giordano. Il servizio è di Eugenio Bonanata: ascolta
Radio Vaticana - La mediazione statunitense continua, nonostante la bocciatura di Israele. Come ha ripetuto lo stesso primo ministro Netanyahu, lo Stato ebraico vuole mantenere il controllo diretto della sicurezza nella valle del Giordano senza permettere il dispiegamento di forze internazionali o di mezzi tecnologici per il monitoraggio dell’area. Il ministro degli Esteri israeliano, Lieberman, ha ammesso che la strada per un accordo è lunga e difficile ma ha proposto uno scambio di “terreni e di popolazione” chiamando in causa le colonie in Cisgiordania e alcune zone israeliane abitate da arabi. Il segretario di Stato Kerry ha ribadito che la proposta statunitense - di cui non si conoscono i dettagli - è “equilibrata e onesta” precisando che punta ad accrescere la sicurezza nella regione. Al termine della girandola di incontri con i leader israeliani e palestinesi, Kerry ha detto che “si sono registrati alcuni progressi” ma ha anche riconosciuto che adesso si stanno “cominciando ad affrontare gli ostacoli più difficili da superare”. E saranno probabilmente questi i temi al centro dei colloqui odierni con i vertici di Arabia Saudita e Giordania. L’obiettivo del capo della diplomazia statunitense è di incassare il sostegno dei due Paesi nel percorso di mediazione tra le parti. Il ritorno forse già in serata per una nuova spola negoziale tra Gerusalemme e Ramallah, nel tentativo di segnare passi in avanti verso l’accordo.
Radio Vaticana - La mediazione statunitense continua, nonostante la bocciatura di Israele. Come ha ripetuto lo stesso primo ministro Netanyahu, lo Stato ebraico vuole mantenere il controllo diretto della sicurezza nella valle del Giordano senza permettere il dispiegamento di forze internazionali o di mezzi tecnologici per il monitoraggio dell’area. Il ministro degli Esteri israeliano, Lieberman, ha ammesso che la strada per un accordo è lunga e difficile ma ha proposto uno scambio di “terreni e di popolazione” chiamando in causa le colonie in Cisgiordania e alcune zone israeliane abitate da arabi. Il segretario di Stato Kerry ha ribadito che la proposta statunitense - di cui non si conoscono i dettagli - è “equilibrata e onesta” precisando che punta ad accrescere la sicurezza nella regione. Al termine della girandola di incontri con i leader israeliani e palestinesi, Kerry ha detto che “si sono registrati alcuni progressi” ma ha anche riconosciuto che adesso si stanno “cominciando ad affrontare gli ostacoli più difficili da superare”. E saranno probabilmente questi i temi al centro dei colloqui odierni con i vertici di Arabia Saudita e Giordania. L’obiettivo del capo della diplomazia statunitense è di incassare il sostegno dei due Paesi nel percorso di mediazione tra le parti. Il ritorno forse già in serata per una nuova spola negoziale tra Gerusalemme e Ramallah, nel tentativo di segnare passi in avanti verso l’accordo.
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