Trovata sui fondali del parco sommerso di Baia una statua in marmo, risalente al periodo compreso tra il I e il II secolo d.C.. Spezzata in più parti, rappresenta una figura di donna e forse, un tempo, abbelliva l'antico Palatium imperiale.
Antikitera - Dal mare di Napoli sbocciano tesori antichi. Una statua in marmo, probabilmente risalente al periodo compreso tra la metà del I e del II secolo dopo Cristo, è stata trovata sui fondali del parco sommerso di Baia, nell'area flegrea. La scultura, in marmo lunense, avvistata lo scorso 25 ottobre, e poi riportata in superficie nei giorni successivi, si presenta spezzata in più parti: senza testa e priva anche delle braccia, con un peplo cinto sotto il seno e il retro lavorato a mantello, appuntato con fibula circolare sulla spalla destra, rappresenta una figura femminile di altezza inferiore al vero.
Munita alla base di un basso plinto, la scultura doveva essere innestata all'interno di un alloggio quadrangolare, elemento che, si spera, potrà aiutare a identificare l'originario ambiente di provenienza nella parte oggi sommersa del Palatium imperiale di Baia.
Il ritrovamento è stato effettuato dal ricercatore Gabriele Gomez de Ayala, della Società Naumacos, Underwater Archaeological Research, collaboratore volontario della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e dell'Istituto per la Conservazione e il Restauro di Roma, nell'ambito di attività di misurazioni strumentali 3D.
Alla scoperta, segnalata al funzionario responsabile dell'Area Marina Protetta di Baia, Paolo Caputo, sono seguiti il recupero e le prime operazioni di tutela da parte del gruppo subacqueo della Soprintendenza, con la collaborazione dello stesso segnalatore e del Centro Visite del Parco Sommerso di Baia.
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Munita alla base di un basso plinto, la scultura doveva essere innestata all'interno di un alloggio quadrangolare, elemento che, si spera, potrà aiutare a identificare l'originario ambiente di provenienza nella parte oggi sommersa del Palatium imperiale di Baia.
Il ritrovamento è stato effettuato dal ricercatore Gabriele Gomez de Ayala, della Società Naumacos, Underwater Archaeological Research, collaboratore volontario della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e dell'Istituto per la Conservazione e il Restauro di Roma, nell'ambito di attività di misurazioni strumentali 3D.
Alla scoperta, segnalata al funzionario responsabile dell'Area Marina Protetta di Baia, Paolo Caputo, sono seguiti il recupero e le prime operazioni di tutela da parte del gruppo subacqueo della Soprintendenza, con la collaborazione dello stesso segnalatore e del Centro Visite del Parco Sommerso di Baia.
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