Il carbone rischia di soffocare l’economia cinese
GreenReport - Oggi il ministero per la Protezione dell’ambiente della Cina ha emesso una circolare nella quale si legge che «La Cina dovrà adottare un sistema di orari di lavoro flessibile e sospendere i corsi scolastici in caso di livello di allerta rossa per l’inquinamento dell’aria». La circolare esorta a «ridurre le emissioni attraverso tutte le misure obbligatorie possibili, quali la sospensione o la limitazione della produzione delle imprese, la restrizione dei veicoli in circolazione, il controllo delle polveri o ancora il divieto dei barbecue all’esterno».
Dovranno essere sospese anche le attività all’aria aperta su grande scala (quindi manifestazioni anche sportive), ma soprattutto la circolare, inviata ai dipartimenti locali della protezione dell’ambiente, esige: «Le scuole secondarie e primarie e gli asili dovranno chiudere. Le imprese e le istituzioni dovranno quanto a loro adottare degli orari di lavoro flessibili».
Il governo centrale cinese, attraverso l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, ricorda che «Lo smog ha un grave impatto sulla salute pubblica, soprattutto in inverno quando grandi quantità di inquinanti sono emesse a causa del riscaldamento a carbone». Per questo la circolare chiede «La messa in opera di controlli stringenti dell’inquinamento legato al riscaldamento a carbone e la garanzia di un ricorso al gas naturale». La circolare ministeriale termina chiedendo di «Rafforzare la gestione dell’inquinamento proveniente dalle industrie e dai veicoli a motore».
Ma la cappa di smog venefico on sembra voler lasciare la Cina nord-orientale: anche Taiyuan, una metropoli satellite della capitale cinese Pechino, ha adottato un piano di risposta di emergenza all’inquinamento dell’aria. Il piano, dopo quello adottato da Pechino il 22 ottobre, in qualche modo anticipa le direttive del ministero per la protezione dell’ambiente: a Taiyuan, che è il capoluogo della provincia dello Shanxi, «Le scuole materne, le scuole primarie e secondarie saranno chiuse e la produzione di alcuni impianti industriali sospesa in a caso di allarme rosso per l’inquinamento dell’aria».
In tutti gli impianti che emettono inquinanti verrà sospesa la produzione, ad eccezione di quelli che assicurano la fornitura di elettricità, riscaldamento e prodotti alimentari.
GreenReport - Oggi il ministero per la Protezione dell’ambiente della Cina ha emesso una circolare nella quale si legge che «La Cina dovrà adottare un sistema di orari di lavoro flessibile e sospendere i corsi scolastici in caso di livello di allerta rossa per l’inquinamento dell’aria». La circolare esorta a «ridurre le emissioni attraverso tutte le misure obbligatorie possibili, quali la sospensione o la limitazione della produzione delle imprese, la restrizione dei veicoli in circolazione, il controllo delle polveri o ancora il divieto dei barbecue all’esterno».
Dovranno essere sospese anche le attività all’aria aperta su grande scala (quindi manifestazioni anche sportive), ma soprattutto la circolare, inviata ai dipartimenti locali della protezione dell’ambiente, esige: «Le scuole secondarie e primarie e gli asili dovranno chiudere. Le imprese e le istituzioni dovranno quanto a loro adottare degli orari di lavoro flessibili».
Il governo centrale cinese, attraverso l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, ricorda che «Lo smog ha un grave impatto sulla salute pubblica, soprattutto in inverno quando grandi quantità di inquinanti sono emesse a causa del riscaldamento a carbone». Per questo la circolare chiede «La messa in opera di controlli stringenti dell’inquinamento legato al riscaldamento a carbone e la garanzia di un ricorso al gas naturale». La circolare ministeriale termina chiedendo di «Rafforzare la gestione dell’inquinamento proveniente dalle industrie e dai veicoli a motore».
Ma la cappa di smog venefico on sembra voler lasciare la Cina nord-orientale: anche Taiyuan, una metropoli satellite della capitale cinese Pechino, ha adottato un piano di risposta di emergenza all’inquinamento dell’aria. Il piano, dopo quello adottato da Pechino il 22 ottobre, in qualche modo anticipa le direttive del ministero per la protezione dell’ambiente: a Taiyuan, che è il capoluogo della provincia dello Shanxi, «Le scuole materne, le scuole primarie e secondarie saranno chiuse e la produzione di alcuni impianti industriali sospesa in a caso di allarme rosso per l’inquinamento dell’aria».
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