Momento cruciale nella crisi siriana. Il presidente Bashar al Assad, così come deciso una settimana fa a Ginevra dal segretario di Stato americano, John Kerry, e dal ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ha consegnato una prima relazione sull’arsenale dei gas letali alle autorità internazionali. Secondo il vicepremier siriano, Qadri Jamil, si starebbe pensando intanto a un cessate il fuoco, in vista di una possibile Conferenza di pace ‘Ginevra 2’.
Radio Vaticana - Sul terreno, però, è ancora violenza: almeno quindici persone sono state uccise nelle ultime ore nel corso di un attacco dell'esercito e delle milizie pro-regime contro il villaggio sunnita di Sheikh Hadid, nella Siria centrale. In questo quadro, si fa ancora più alto il grido alla riconciliazione lanciato dalla comunità internazionale nell’odierna Giornata internazionale della pace, più volte sollecitato da Papa Francesco. “Impegniamoci tutti a incoraggiare gli sforzi per una soluzione diplomatica e politica dei focolai di guerra che ancora preoccupano”. Con queste parole, mercoledì scorso al termine dell’udienza generale, Papa Francesco ha esortato i “cattolici di tutto il mondo ad unirsi agli altri cristiani per continuare ad implorare da Dio il dono della pace nei luoghi più tormentati del nostro pianeta”. In particolare, il pensiero del Santo Padre è andato “alla cara popolazione siriana, la cui tragedia - ha detto - può essere risolta solo col dialogo e la trattativa”. Dopo la Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria e nel mondo, voluta dal Pontefice lo scorso 7 settembre, l’occasione si ripropone con l’odierna Giornata internazionale della pace, indetta dall’Onu, sul tema “L’educazione per la pace”. Il Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec), che raccoglie oltre 300 confessioni cristiane, nella ricorrenza ha invitato i propri membri a pregare per la riconciliazione. Philippa Hitchen ha intervistato Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese: "Adesso bisogna continuare a portare avanti l’importante impegno delle ultime settimane per scongiurare un intervento militare e chiedere che venga organizzata una ‘Ginevra 2’, che abbia l’autorità e la possibilità di negoziare una vera soluzione. Abbiamo constatato che le Chiese hanno un ruolo veramente importante nella formazione dell’opinione pubblica in molti Paesi, ma anche nell’offrire suggerimenti ai governi, affinché trovino una strada verso la pace”.
Mentre la comunità internazionale discute sulla possibilità di convocare a Ginevra una seconda Conferenza sulla crisi siriana, l’impegno del Consiglio Ecumenico delle Chiese per una sensibilizzazione alla pace è già cominciato. Nei giorni scorsi alla sede di Ginevra del Cec si è tenuto un incontro tra leader religiosi di Siria, Russia, Usa ed Europa, Lakhdar Brahimi, inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba per la Siria, e l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Decisi i prossimi passi: "Organizzeremo una conferenza parallela nel nostro Centro ecumenico a Ginevra, alla quale inviteremo a partecipare i leader delle Chiese e i leader di altre religioni per discutere quale possa essere il nostro contributo, per manifestare la nostra volontà, per dare coraggio e per pregare per una soluzione alla crisi. Abbiamo constatato anche che, quando si convoca una Conferenza di pace, serve sia un grande supporto sia una grande creatività. Credo che i capi delle Chiese e gli altri leader possano portare il loro contributo per cercare di stabilire la pace dopo un accordo, per arrivare alla riconciliazione e costruire un futuro insieme”.
Radio Vaticana - Sul terreno, però, è ancora violenza: almeno quindici persone sono state uccise nelle ultime ore nel corso di un attacco dell'esercito e delle milizie pro-regime contro il villaggio sunnita di Sheikh Hadid, nella Siria centrale. In questo quadro, si fa ancora più alto il grido alla riconciliazione lanciato dalla comunità internazionale nell’odierna Giornata internazionale della pace, più volte sollecitato da Papa Francesco. “Impegniamoci tutti a incoraggiare gli sforzi per una soluzione diplomatica e politica dei focolai di guerra che ancora preoccupano”. Con queste parole, mercoledì scorso al termine dell’udienza generale, Papa Francesco ha esortato i “cattolici di tutto il mondo ad unirsi agli altri cristiani per continuare ad implorare da Dio il dono della pace nei luoghi più tormentati del nostro pianeta”. In particolare, il pensiero del Santo Padre è andato “alla cara popolazione siriana, la cui tragedia - ha detto - può essere risolta solo col dialogo e la trattativa”. Dopo la Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria e nel mondo, voluta dal Pontefice lo scorso 7 settembre, l’occasione si ripropone con l’odierna Giornata internazionale della pace, indetta dall’Onu, sul tema “L’educazione per la pace”. Il Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec), che raccoglie oltre 300 confessioni cristiane, nella ricorrenza ha invitato i propri membri a pregare per la riconciliazione. Philippa Hitchen ha intervistato Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese: "Adesso bisogna continuare a portare avanti l’importante impegno delle ultime settimane per scongiurare un intervento militare e chiedere che venga organizzata una ‘Ginevra 2’, che abbia l’autorità e la possibilità di negoziare una vera soluzione. Abbiamo constatato che le Chiese hanno un ruolo veramente importante nella formazione dell’opinione pubblica in molti Paesi, ma anche nell’offrire suggerimenti ai governi, affinché trovino una strada verso la pace”.
Mentre la comunità internazionale discute sulla possibilità di convocare a Ginevra una seconda Conferenza sulla crisi siriana, l’impegno del Consiglio Ecumenico delle Chiese per una sensibilizzazione alla pace è già cominciato. Nei giorni scorsi alla sede di Ginevra del Cec si è tenuto un incontro tra leader religiosi di Siria, Russia, Usa ed Europa, Lakhdar Brahimi, inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba per la Siria, e l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Decisi i prossimi passi: "Organizzeremo una conferenza parallela nel nostro Centro ecumenico a Ginevra, alla quale inviteremo a partecipare i leader delle Chiese e i leader di altre religioni per discutere quale possa essere il nostro contributo, per manifestare la nostra volontà, per dare coraggio e per pregare per una soluzione alla crisi. Abbiamo constatato anche che, quando si convoca una Conferenza di pace, serve sia un grande supporto sia una grande creatività. Credo che i capi delle Chiese e gli altri leader possano portare il loro contributo per cercare di stabilire la pace dopo un accordo, per arrivare alla riconciliazione e costruire un futuro insieme”.
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