E anche l’ultima causa intentata contro la Santa Seda per casi di pedofilia negli Stati Uniti è stata archiviata, in questo caso dalla Corte d’Appello dell’Oregon.
Uccr - Ancora una volta, a poche ore dalla discussione della causa, Jeff Anderson il laicissimo avvocato-falco della vittima ha dovuto ritirare il ricorso contro l’assoluzione in primo grado del Vaticano avvenuta a Portland l’anno scorso, sapendo di non avere alcuna prova a sostegno. Ciò è avvenuto senza nessuna contropartita, di alcun genere, da parte del Vaticano, come riportato dal “Corriere della Sera”.
Il Vaticano era accusato di aver trasferito padre Andrew Ronan in diverse città (prima in Irlanda, poi a Chicago e infine a Portland) nonostante ripetuti casi di molestie sessuali su minori. Ma è stato dimostrato anche in questo caso, in base ai documenti depositati in Tribunale nel 2011, che il Vaticano aveva saputo degli abusi di Portland solo un anno dopo che erano avvenuti (nel 1965) e che subito dopo, nel giro di poche settimane, aveva ridotto Ronan allo stato laicale, su richiesta dell’Ordine religioso di appartenenza. La vittoria legale del Vaticano in Oregon è l’ultima di una serie riguardante processi per pedofilia negli Stati Uniti, che nel corso degli ultimi dieci anni hanno macchiato l’immagine della Santa Sede e lo stesso Pontificato di Benedetto XVI sui media anticlericali, ma che davanti ai giudici americani non hanno retto alla prova dei fatti.
Anche in questo caso, come è accaduto dopo l’archiviazione del “caso Murphy” di Milwaukee, il vaticanista sempre pronto a gettare fango sulla Chiesa e su Papa Ratzinger è rimasto in completo silenzio. Si tratta ovviamente di Marco Politi, aggressivo anticlericale de “Il Fatto Quotidiano”, che nel 2010 condannava la Santa Sede a causa dei «trasferimenti omertosi del prete-predatore Andrew Ronan (morto nel 1992), spostato via via dalle autorità ecclesiastiche dall’Irlanda a Chicago e infine a Portland, dove continuò ad abusare». La giustizia americana ha oggi accertato la non colpevolezza del Vaticano, ma nessun articolo in merito è stato scritto dal vaticanista Politi (non dovrebbe essere il suo lavoro?) e tanto meno nessuna richiesta di scuse.
Uccr - Ancora una volta, a poche ore dalla discussione della causa, Jeff Anderson il laicissimo avvocato-falco della vittima ha dovuto ritirare il ricorso contro l’assoluzione in primo grado del Vaticano avvenuta a Portland l’anno scorso, sapendo di non avere alcuna prova a sostegno. Ciò è avvenuto senza nessuna contropartita, di alcun genere, da parte del Vaticano, come riportato dal “Corriere della Sera”.Il Vaticano era accusato di aver trasferito padre Andrew Ronan in diverse città (prima in Irlanda, poi a Chicago e infine a Portland) nonostante ripetuti casi di molestie sessuali su minori. Ma è stato dimostrato anche in questo caso, in base ai documenti depositati in Tribunale nel 2011, che il Vaticano aveva saputo degli abusi di Portland solo un anno dopo che erano avvenuti (nel 1965) e che subito dopo, nel giro di poche settimane, aveva ridotto Ronan allo stato laicale, su richiesta dell’Ordine religioso di appartenenza. La vittoria legale del Vaticano in Oregon è l’ultima di una serie riguardante processi per pedofilia negli Stati Uniti, che nel corso degli ultimi dieci anni hanno macchiato l’immagine della Santa Sede e lo stesso Pontificato di Benedetto XVI sui media anticlericali, ma che davanti ai giudici americani non hanno retto alla prova dei fatti.
Anche in questo caso, come è accaduto dopo l’archiviazione del “caso Murphy” di Milwaukee, il vaticanista sempre pronto a gettare fango sulla Chiesa e su Papa Ratzinger è rimasto in completo silenzio. Si tratta ovviamente di Marco Politi, aggressivo anticlericale de “Il Fatto Quotidiano”, che nel 2010 condannava la Santa Sede a causa dei «trasferimenti omertosi del prete-predatore Andrew Ronan (morto nel 1992), spostato via via dalle autorità ecclesiastiche dall’Irlanda a Chicago e infine a Portland, dove continuò ad abusare». La giustizia americana ha oggi accertato la non colpevolezza del Vaticano, ma nessun articolo in merito è stato scritto dal vaticanista Politi (non dovrebbe essere il suo lavoro?) e tanto meno nessuna richiesta di scuse.
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