Il premier Letta incontra Berlusconi a Palazzo Chigi dopo la sentenza per il caso Ruby
Un processo iniziato il 6 aprile 2011 con rito immediato e durato 50 udienze si è concluso lunedì con una sentenza davvero pesante per Silvio Berlusconi, giudicato colpevole di concussione per costrizione e prostituzione minorile. I giudici di Milano lo hanno condannato a 7 anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici; inoltre è stata stabilita anche l’interdizione legale per la durata della condanna. I giudici hanno poi disposto il trasferimento degli atti alla Procura affinché valuti le presunte false testimonianze rese da molti testimoni.
Si tratta di una sentenza di primo grado, che non diventa esecutiva fino al passaggio in giudicato, che molto probabilmente avverrà solo in terzo grado, in Cassazione. Come previsto però questa durissima sentenza, che, ricordiamo, ha inflitto al leader del Pdl una pena maggiore di quella richiesta dall'accusa, ha scatenato polemiche e scaldato gli animi di tutto il Pdl, tanto che si temeva per la stabilità del governo Letta. Nel primo pomeriggio di ieri Berlusconi è giunto a Palazzo Chigi. In serata poi, si è svolto l’atteso incontro con il Premier Enrico Letta; presenti anche il vicepremier Angelino Alfano e l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, zio dell’attuale premier, come “mediatori”. Una lunga cena nell’appartamento del premier, durata circa tre ore e nel corso della quale si è discusso di Europa, del rilancio dell’economia, ma soprattutto si è chiarito che non c’è volontà da parte del Pdl di far cadere il governo.
Le stesse fonti di governo riferiscono che c’è intesa su Iva e lavoro; per l’Iva soprattutto c’è la volontà di rinviare a settembre, con la possibilità di un ulteriore rinvio a dicembre in sede di conversione; trovato l’accordo anche sul pacchetto lavoro. Prima della cena tra Letta e Berlusconi la proposta della sospensione dell’aumento dell’Iva per tre mesi non sembrava soddisfare il Pdl, che attraverso il capogruppo alla Camera Renato Brunetta aveva chiesto all’esecutivo uno sforzo maggiore per cercare di arrivare almeno fino a fine anno. Nessun commento su altri temi, come la questione dell'acquisto dei 90 F35, che costeranno 14 miliardi, e che non tutti nel Pd vogliono. Ma soprattutto nessun commento sulla condanna a 7 anni inflitta a Berlusconi, e le conseguenti voci di elezioni anticipate alimentate dai falchi del centrodestra.
Garanzie ovviamente non ce ne sono, ma appare difficile che l’ex premier nel corso dell’incontro non si sia lamentato degli ultimi sviluppi processuali, dato che immediatamente dopo la pronuncia della sentenza il Cavaliere ha confidato la sua amarezza ai vertici del Pdl per la mancanza di una presa di posizione politica da parte del Colle e anche del Premier. Silvio Berlusconi quindi, almeno per ora ha un atteggiamento rassicurante sulla lealtà all’Esecutivo, ma comunque è determinato a legare il sostegno al governo alle misure concrete che lo stesso saprà prendere. Si attendono insomma fatti concreti da Enrico Letta, non solo per quello che riguarda la grave situazione italiana ma anche per l’Europa.
Il premier dal canto suo si ritiene soddisfatto per la parola data da Berlusconi; effettivamente sembra ci sia la reale volontà di non ritirare la fiducia al governo. Nondimeno è abbastanza chiaro che lo stesso Berlusconi cerca garanzie sul prossimo futuro processuale. Insomma, l’appoggio del Pdl al governo Letta non è da ritenersi affatto scontato e soprattutto non è del tutto incondizionato; ma al punto in cui siamo, sarebbe da veri irresponsabili far saltare tutto.
di Simona Santullo
Un processo iniziato il 6 aprile 2011 con rito immediato e durato 50 udienze si è concluso lunedì con una sentenza davvero pesante per Silvio Berlusconi, giudicato colpevole di concussione per costrizione e prostituzione minorile. I giudici di Milano lo hanno condannato a 7 anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici; inoltre è stata stabilita anche l’interdizione legale per la durata della condanna. I giudici hanno poi disposto il trasferimento degli atti alla Procura affinché valuti le presunte false testimonianze rese da molti testimoni.
Si tratta di una sentenza di primo grado, che non diventa esecutiva fino al passaggio in giudicato, che molto probabilmente avverrà solo in terzo grado, in Cassazione. Come previsto però questa durissima sentenza, che, ricordiamo, ha inflitto al leader del Pdl una pena maggiore di quella richiesta dall'accusa, ha scatenato polemiche e scaldato gli animi di tutto il Pdl, tanto che si temeva per la stabilità del governo Letta. Nel primo pomeriggio di ieri Berlusconi è giunto a Palazzo Chigi. In serata poi, si è svolto l’atteso incontro con il Premier Enrico Letta; presenti anche il vicepremier Angelino Alfano e l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, zio dell’attuale premier, come “mediatori”. Una lunga cena nell’appartamento del premier, durata circa tre ore e nel corso della quale si è discusso di Europa, del rilancio dell’economia, ma soprattutto si è chiarito che non c’è volontà da parte del Pdl di far cadere il governo.
Le stesse fonti di governo riferiscono che c’è intesa su Iva e lavoro; per l’Iva soprattutto c’è la volontà di rinviare a settembre, con la possibilità di un ulteriore rinvio a dicembre in sede di conversione; trovato l’accordo anche sul pacchetto lavoro. Prima della cena tra Letta e Berlusconi la proposta della sospensione dell’aumento dell’Iva per tre mesi non sembrava soddisfare il Pdl, che attraverso il capogruppo alla Camera Renato Brunetta aveva chiesto all’esecutivo uno sforzo maggiore per cercare di arrivare almeno fino a fine anno. Nessun commento su altri temi, come la questione dell'acquisto dei 90 F35, che costeranno 14 miliardi, e che non tutti nel Pd vogliono. Ma soprattutto nessun commento sulla condanna a 7 anni inflitta a Berlusconi, e le conseguenti voci di elezioni anticipate alimentate dai falchi del centrodestra.
Garanzie ovviamente non ce ne sono, ma appare difficile che l’ex premier nel corso dell’incontro non si sia lamentato degli ultimi sviluppi processuali, dato che immediatamente dopo la pronuncia della sentenza il Cavaliere ha confidato la sua amarezza ai vertici del Pdl per la mancanza di una presa di posizione politica da parte del Colle e anche del Premier. Silvio Berlusconi quindi, almeno per ora ha un atteggiamento rassicurante sulla lealtà all’Esecutivo, ma comunque è determinato a legare il sostegno al governo alle misure concrete che lo stesso saprà prendere. Si attendono insomma fatti concreti da Enrico Letta, non solo per quello che riguarda la grave situazione italiana ma anche per l’Europa.
Il premier dal canto suo si ritiene soddisfatto per la parola data da Berlusconi; effettivamente sembra ci sia la reale volontà di non ritirare la fiducia al governo. Nondimeno è abbastanza chiaro che lo stesso Berlusconi cerca garanzie sul prossimo futuro processuale. Insomma, l’appoggio del Pdl al governo Letta non è da ritenersi affatto scontato e soprattutto non è del tutto incondizionato; ma al punto in cui siamo, sarebbe da veri irresponsabili far saltare tutto.
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