Fra i temi toccati durante la conferenza stampa di oggi: la crisi in Siria, le indagini di Boston e la riforma dell’immigrazione. Su Guantanamo: "Non ho cambiato idea, voglio ancora chiuderla".
di Francesca Forcella
Il presidente continua ciò che la Cnn definisce la nuova offensiva dello charme: criticato per non essere sufficientemente 'aperto' con la stampa, Obama ha indetto una conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti. Sulla Siria il presidente usa toni duri: "Hassad ha attaccato e ucciso la propria gente ed ha perso credibilità. Ciò che è successo un Siria è un tarlo per tutta la comunità internazionale". Obama ha detto che l’uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco è considerato dagli USA un “game changer” (agente di cambiamento che può mutare lo scenario), ma rimane vago sulle conseguenze: "Prima di prendere qualsiasi decisione é necessario acquisire i fatti e rivedere tutte le possibili opzioni sul tavolo".
Sull’attacco terroristico di Boston: Obama difende vigorosamente l’operato dell’FBI per le gestione delle indagini su Tamerlan Tsarnaev (il fratello maggiore che l’intelligence russa aveva segnalato all’FBI). Malgrado antichi dissapori le autorità russe stanno cooperando bene con quelle americane.
Sulla base militare di Guantanamo Obama torna su una delle sue promesse mancate, quella di chiudere la nota prigione militare situata all'interno della base. Il presidente spiega che non ha cambiato idea ed e ancora convinto, come nel 2008, che tenere Guantanamo aperta sia inutile, costoso e contro gli interessi del paese. Ancora una volta, secondo Obama, la responsabilità è del Congresso.
Sull’operato del Congresso e i tagli alla spesa Obama ammette che il Congresso è spaccato e che la più esigua modifica ad una qualsiasi legge è resa impossibile dal minimo di 60 voti al Senato. I tagli alla spesa stanno danneggiando l’economia e compromettendo qualsiasi progresso. “Non posso forzare i Repubblicani a condividere misure dettate dal buon senso. Posso solo esortare e fare pressione, ma le decisione è loro”.
di Francesca Forcella
Il presidente continua ciò che la Cnn definisce la nuova offensiva dello charme: criticato per non essere sufficientemente 'aperto' con la stampa, Obama ha indetto una conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti. Sulla Siria il presidente usa toni duri: "Hassad ha attaccato e ucciso la propria gente ed ha perso credibilità. Ciò che è successo un Siria è un tarlo per tutta la comunità internazionale". Obama ha detto che l’uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco è considerato dagli USA un “game changer” (agente di cambiamento che può mutare lo scenario), ma rimane vago sulle conseguenze: "Prima di prendere qualsiasi decisione é necessario acquisire i fatti e rivedere tutte le possibili opzioni sul tavolo".
Sull’attacco terroristico di Boston: Obama difende vigorosamente l’operato dell’FBI per le gestione delle indagini su Tamerlan Tsarnaev (il fratello maggiore che l’intelligence russa aveva segnalato all’FBI). Malgrado antichi dissapori le autorità russe stanno cooperando bene con quelle americane.
Sulla base militare di Guantanamo Obama torna su una delle sue promesse mancate, quella di chiudere la nota prigione militare situata all'interno della base. Il presidente spiega che non ha cambiato idea ed e ancora convinto, come nel 2008, che tenere Guantanamo aperta sia inutile, costoso e contro gli interessi del paese. Ancora una volta, secondo Obama, la responsabilità è del Congresso.
Sull’operato del Congresso e i tagli alla spesa Obama ammette che il Congresso è spaccato e che la più esigua modifica ad una qualsiasi legge è resa impossibile dal minimo di 60 voti al Senato. I tagli alla spesa stanno danneggiando l’economia e compromettendo qualsiasi progresso. “Non posso forzare i Repubblicani a condividere misure dettate dal buon senso. Posso solo esortare e fare pressione, ma le decisione è loro”.
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