La notizia della cassa integrazione all’Ilva arriva anche per iscritto, con una raccomandata consegnata nelle mani degli operai che si presentano per iniziare il turno di lavoro. Poi l’invito: “Tornate a casa”.
Youreporternews - Come uno schiaffo. Dall’acciaieria che ha rappresentato per la maggior parte delle migliaia di dipendenti, una “boccata d’ossigeno” al sud, un lavoro regolare, ben pagato, a tempo pieno e indeterminato. Un sogno ormai per molti italiani, condizioni di lavoro pensabili ancora, magari in paesi come la Germania. Una “boccata d’ossigeno” che si è rivelata “velenosa”, insalubre, dannosa per la salute degli operai, dei cittadini, dell’ambiente, di Taranto. Un prezzo da pagare altissimo. E che ora chiude la porta in faccia. Per esigenze di primario interesse. Per mettere l’acciaieria più importante d’Europa nelle condizioni di produrre in sicurezza e nel rispetto effettivo dei livelli altissimi di sicurezza, richiesti dall’Aia.
L’udienza relativa alla richiesta di estradizione in Italia di Fabio riva, figlio del patron dell’Ilva è stata aggiornata fra 6 settimane alla Corte di giustizia inglese. Fabio Riva, destinatario di un mandato di arresto europeo per associazione per delinquere e disastro ambientale è vicepresidente dell’acciaieria.
C’è una questione di legittimità aperta alla Corte Costituzionale, che si esprimerà sull’ammissibilità della legge salva-Ilva, solo fra un mese. C’è tanta incertezza, notizie che l’azienda comunica all’improvviso, di cui magari i sindacati neppure sono stati informati.
La Gazzetta del Mezzogiorno confermerebbe che Ilva e sindacati si incontreranno a Roma martedì per discutere il piano di ristrutturazione, all’interno del quale sono previsti 6 mila e 500 esuberi. Una procedura già partita, anche senza la firma dei sindacati. “Cinquanta operai del Siderurgico, in servizio al Treno nastri 1, ieri sono rientrati al lavoro dopo la scadenza della cassa integrazione ordinaria perché non avevano ricevuto altre indicazioni. Nessun problema in portineria: i badge erano attivi e i lavoratori sono entrati in fabbrica”, riferisce il quotidiano online.
“All’improvviso, ecco che arriva una convocazione”, informa il Comitato di Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, per partecipare ad un’assemblea urgente. Agli operai viene consegnata una letterina: una nuova cassa integrazione “a partire da oggi e con data da definirsi per azioni di ristrutturazione impianti”.
Il responsabile di reparto si giustifica. Afferma che i molteplici accadimenti degli ultimi giorni, cioè la morte dell’operaio Ciro Moccia, 42enne precipitato da un ponteggio hanno ritardato le procedure di comunicazione. Ma, i dipendenti protestano, se la trattativa azienda, governo e sindacati deve ancora essere formalizzata, come mai vengono incoraggiati a tornare a casa?
Intanto è deciso, il prossimo 22 marzo la Rete nazionale per la sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio ha organizzato una manifestazione a Taranto, per richiamare l’attenzione sui problemi della sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Si tratta “di un assedio politico-sociale alla direzione Ilva e di un incontro di massa con gli operai Ilva, che comincerà alle 13.30 e toccherà le portinerie A (alle 15) e D (alle 16). Alle 16.30-17 l’iniziativa si trasferirà ai Tamburi, nella zona più inquinata della città”.
Youreporternews - Come uno schiaffo. Dall’acciaieria che ha rappresentato per la maggior parte delle migliaia di dipendenti, una “boccata d’ossigeno” al sud, un lavoro regolare, ben pagato, a tempo pieno e indeterminato. Un sogno ormai per molti italiani, condizioni di lavoro pensabili ancora, magari in paesi come la Germania. Una “boccata d’ossigeno” che si è rivelata “velenosa”, insalubre, dannosa per la salute degli operai, dei cittadini, dell’ambiente, di Taranto. Un prezzo da pagare altissimo. E che ora chiude la porta in faccia. Per esigenze di primario interesse. Per mettere l’acciaieria più importante d’Europa nelle condizioni di produrre in sicurezza e nel rispetto effettivo dei livelli altissimi di sicurezza, richiesti dall’Aia.
L’udienza relativa alla richiesta di estradizione in Italia di Fabio riva, figlio del patron dell’Ilva è stata aggiornata fra 6 settimane alla Corte di giustizia inglese. Fabio Riva, destinatario di un mandato di arresto europeo per associazione per delinquere e disastro ambientale è vicepresidente dell’acciaieria.
C’è una questione di legittimità aperta alla Corte Costituzionale, che si esprimerà sull’ammissibilità della legge salva-Ilva, solo fra un mese. C’è tanta incertezza, notizie che l’azienda comunica all’improvviso, di cui magari i sindacati neppure sono stati informati.
La Gazzetta del Mezzogiorno confermerebbe che Ilva e sindacati si incontreranno a Roma martedì per discutere il piano di ristrutturazione, all’interno del quale sono previsti 6 mila e 500 esuberi. Una procedura già partita, anche senza la firma dei sindacati. “Cinquanta operai del Siderurgico, in servizio al Treno nastri 1, ieri sono rientrati al lavoro dopo la scadenza della cassa integrazione ordinaria perché non avevano ricevuto altre indicazioni. Nessun problema in portineria: i badge erano attivi e i lavoratori sono entrati in fabbrica”, riferisce il quotidiano online.
“All’improvviso, ecco che arriva una convocazione”, informa il Comitato di Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, per partecipare ad un’assemblea urgente. Agli operai viene consegnata una letterina: una nuova cassa integrazione “a partire da oggi e con data da definirsi per azioni di ristrutturazione impianti”.
Il responsabile di reparto si giustifica. Afferma che i molteplici accadimenti degli ultimi giorni, cioè la morte dell’operaio Ciro Moccia, 42enne precipitato da un ponteggio hanno ritardato le procedure di comunicazione. Ma, i dipendenti protestano, se la trattativa azienda, governo e sindacati deve ancora essere formalizzata, come mai vengono incoraggiati a tornare a casa?
Intanto è deciso, il prossimo 22 marzo la Rete nazionale per la sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio ha organizzato una manifestazione a Taranto, per richiamare l’attenzione sui problemi della sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Si tratta “di un assedio politico-sociale alla direzione Ilva e di un incontro di massa con gli operai Ilva, che comincerà alle 13.30 e toccherà le portinerie A (alle 15) e D (alle 16). Alle 16.30-17 l’iniziativa si trasferirà ai Tamburi, nella zona più inquinata della città”.
| Tweet |


Nicolò Renna, chitarrista palermitano, sbanca il web con il suo singolo Breathing. Lo abbiamo incontrato a Palermo. L'intervista di Paolo A.Magrì
Domenico Fioravanti, la Leggenda di Sydney 2000. Una vita da rincorrere a bracciate.Il ranista, prima medaglia d’oro azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000, intervistato da Emanuela Biancardi.
"L'intelligenza umana è la nostra principale risorsa". Parla Ermete Realacci, tra attivismo e sfide economiche
mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara, intervistato per LPL News 24 da Patrizio Ricci su politica europea ed immigrazione.
Max Cavallari della coppia 'I Fichi d'India', intervistato per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Laura Efrikian, Attrice, scrittrice, promotrice di 'Laura For Afrika', intervistata per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Patty Pravo festeggia cinquant’anni di successi intramotabili nel mondo della musica, tirando fuori ancora una volta pezzi da ‘90. Intervista di S. Santullo
Sergio Caputo celebra i trent’anni di “ Un Sabato Italiano”, con un nuovo omonimo album. Intervista a Sergio Caputo, di Simona Santullo
Sono presenti 2 commenti
andate a lavorare invece di pensare alle stuticarie. e viva l'ilva
ma ki 6? credo propio ke tu nn hai capito niente.adesso l`azienda fa ricadere tutto sugli operai e sulla città.in un paese giusto questa fabbrica nn doveva arrivare a questa situazione
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.