Mons. Mamberti denuncia i cosidetti “nuovi diritti” e le forzature per affermarli nella Carte dell’Onu
La piena realizzazione dei diritti umani incontra ancora “seri ostacoli”, ha denunciato mons. Dominique Mamberti, segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, intervenuto ieri nel Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Il presule ha stigmatizzato i tentativi di re-intepretare alcuni termini della Carta Universale dei diritti umani e delle Convenzioni Onu, tradendone lo spirito originario.
Radio Vaticana - Nel 1946 nasceva - ha ricordato mons, Mamberti - la Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, sostituita nel 2006 dal Consiglio per i diritti umani. Oltre 60 anni di attività di controllo, difesa e promozione dei diritti umani. Ma oggi il ruolo e la stessa credibilità di questo organismo sono messi a rischio – ha denunciato il segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati – per il modo in cui sono discussi e riconosciuti i cosiddetti “nuovi diritti”, che inficiano “l’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani”. Si è chiesto mons. Mamberti: i diritti umani sono universali perché una maggioranza di Paesi li riconosce, o perché c’è un fondamento etico che proviene dalla dignità di ogni persona e che precede il riconoscimento degli Stati? “La Santa Sede - ha chiarito il presule - crede fermamente che i diritti umani dovrebbero essere giudicati per il loro riferimento ai principi fondanti e agli obiettivi sanciti nei documenti base dove la natura e l’innata dignità della persona sono elementi chiave”. Anche perché c’è spesso - come indicato da Benedetto XVI nella Caritas in Veritate - “una relazione tra la rivendicazione del diritto al superfluo o addirittura alla trasgressione e al vizio, nelle società opulente, e la mancanza di cibo, di acqua potabile, di istruzione” e “di cure sanitarie” in certe aree del mondo. “La relazione - ha ribadito il presule - sta nel fatto che i diritti individuali, svincolati da un quadro di doveri che conferisca loro un senso compiuto, impazziscono e alimentano una spirale di richieste praticamente illimitata e priva di criteri”. Per questo – ha aggiunto mons. Mamberti – “i recenti tentativi di reinterpretare il significato di alcuni termini critici nei documenti base, come la Dichiarazione universale dei diritti umani e le relative Convenzioni, introducendo espressioni ambigue e posizioni ideologiche sembrano ignorare le solide fondamenta” e “minare l’universalità dei diritti umani” ed “indebolire i successi già raggiunti”. “Mentre per troppe persone i diritti umani sono ancora un’aspirazione praticamente irraggiungibile” – ha osservato il presule - i meccanismi per proteggere e promuovere questi diritti soffrono “per alcune serie contraddizioni, duplicazioni di strutture e capacità limitate” essendo “sprovvisti di necessarie risorse”. Cosicchè, ha concluso il rappresentante Vaticano “scontri di convinzioni.
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