Il card. Gracias, arcivescovo di Mumbai, ha scelto il prossimo 22 febbraio, festa della cattedra di San Pietro, per onorare in tutto il mondo il papa. In questi otto anni, il Santo Padre ha più volte identificato le sfide che attendono l’India e l’Asia: dialogo tra culture e religioni, secolarizzazione, globalizzazione e attuazione della dottrina sociale della Chiesa.
Mumbai (AsiaNews) - Il prossimo 22 febbraio i cristiani di tutta l'India dedicheranno la giornata a Benedetto XVI e al suo pontificato. L'iniziativa è voluta dal card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), che ha scelto la festa della cattedra di San Pietro per esprimere la profonda gratitudine della Chiesa dell'India verso il Santo Padre. Quel giorno, alle 18:30, ogni istituto cristiano, casa generalizia, convento e monastero dedicherà un'ora di adorazione al papa.
In questi otto anni di pontificato, Benedetto XVI ha affrontato più volte e in diversi modi temi cari all'India e all'Asia. Un esempio sono le encicliche Deus Caritas Est, Spe Salvi e Caritas in Veritate, che individuano alcune delle sfide più significative del continente. "Oltre al dialogo tra le culture, con i poveri e con le religioni - spiega il porporato, che è segretario generale della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc) -, Benedetto XVI sottolinea il bisogno attuare la dottrina sociale della Chiesa alle realtà di oggi: economia, globalizzazione, divario tra ricchi e poveri, ecologia, fondamentalismo". Così, sottolinea, "lo sviluppo è al centro delle azioni umane, e globalizzazione e progresso possono servire l'umanità".
L'attenzione del papa al mondo asiatico non si è manifestata solo attraverso i suo documenti. "L'Asia - nota il card. Gracias - è patria della più grande popolazione islamica al mondo, e i ripetuti tentativi di Benedetto XVI di comunicare con i musulmani è stata una sfida davvero importante. Con chiarezza intellettuale e brillantezza accademica egli ha creato le basi per comprendere le reciproche differenze e invocare un fronte unito contro la secolarizzazione".
Ancora fondamentali, ricorda l'arcivescovo di Mumbai, sono state "le ultime due Giornate mondiali della pace". In quella del 2011, "Libertà religiosa, via della pace", il papa ha ricordato che "dove c'è, la libertà religiosa è un'autentica arma di pace che può cambiare il mondo e renderlo migliore". Nel messaggio per il 2012, "Beati gli operatori di pace", Benedetto XVI ha sottolineato che "la pace non è la semplice assenza di guerra", ma soprattutto, ribadisce il cardinale indiano, "è esperienza universale di giustizia e amore, che si confronta con i mali personali e strutturali dell'avidità, la disuguaglianza e la violenza".
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L'attenzione del papa al mondo asiatico non si è manifestata solo attraverso i suo documenti. "L'Asia - nota il card. Gracias - è patria della più grande popolazione islamica al mondo, e i ripetuti tentativi di Benedetto XVI di comunicare con i musulmani è stata una sfida davvero importante. Con chiarezza intellettuale e brillantezza accademica egli ha creato le basi per comprendere le reciproche differenze e invocare un fronte unito contro la secolarizzazione".
Ancora fondamentali, ricorda l'arcivescovo di Mumbai, sono state "le ultime due Giornate mondiali della pace". In quella del 2011, "Libertà religiosa, via della pace", il papa ha ricordato che "dove c'è, la libertà religiosa è un'autentica arma di pace che può cambiare il mondo e renderlo migliore". Nel messaggio per il 2012, "Beati gli operatori di pace", Benedetto XVI ha sottolineato che "la pace non è la semplice assenza di guerra", ma soprattutto, ribadisce il cardinale indiano, "è esperienza universale di giustizia e amore, che si confronta con i mali personali e strutturali dell'avidità, la disuguaglianza e la violenza".
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