La Procura accusa l’ex governatore della Lombardia non solo di corruzione ma di essere promotore e organizzatore di un’associazione a delinquere che di anno in anno procurava vantaggi indebiti alla fondazione Maugeri, in cambio di danaro, viaggi e uso di yacht.
Città Nuova - Una grossa faccenda di malaffare, così si configura man mano che passano i giorni la vicenda che vede coinvolta la Fondazione Maugeri e il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni. Tra il 1997 e il 2011 nelle casse dell’istituto sono entrate cifre milionarie, stornate, sembra da fondi della regione. I pm accusano Formigoni di essere il promotore di un'associazione per delinquere: accusa tanto grave quanto inquietante per un politico di rango come può essere lui, capo di una delle regioni più produttive del Paese. Ieri in tarda serata dalla Procura di Milano è arrivata la notizia della chiusura delle indagini sulla Fondazione Maugeri e con essa l’accusa di associazione per delinquere nei confronti di 17 persone fra cui il governatore uscente. Secondo i pm milanesi «Roberto Formigoni, quale Presidente della regione Lombardia garantiva alla Fondazione Salvatore Maugeri, a fronte delle illecite remunerazioni, una “protezione globale”, e si adoperava affinché fossero adottati da parte della giunta, in violazione di legge e dei doveri di imparzialità ed esclusivo perseguimento dell'interesse pubblico, di anno in anno, provvedimenti diretti ad erogare consistenti somme di denaro e procurare altri indebiti vantaggi alla Fondazione».
Formigoni avrebbe quindi ricevuto «utilità» per 8 milioni di euro e tra queste «utilità» sono annoverati viaggi e l'uso di yacht. Il governatore, secondo la Procura di Milano non ha restituito alcun importo di denaro per i «favori» ricevuti. Ma la cosa peggiore non è solo l’accusa di corruzione, ma il fatto che Formigoni sarebbe imputato per associazione a delinquere di cui, secondo i magistrati, lui stesso sarebbe stato «promotore e organizzatore».
Tra le 17 persone coinvolte figurano i “soliti noti”: il faccendiere Pierangelo Daccò, l'ex assessore alla Sanità Antonio Simone, gli ex vertici della fondazione Maugeri, Nicola Maria Sanese dirigente del Pirellone, il direttore generale dell'assessorato alla Sanità Carlo Lucchina e Alberto Perego, amico di Formigoni. Pesante il capitolo accusatorio: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, frode fiscale, riciclaggio e interposizione fittizia. Dura la reazione di Formigoni che ha commentato: «Pensavo mi accusassero anche di omicidio e di strage e quindi posso dichiararmi soddisfatto. Rilevo che dopo un anno e mezzo, potrò finalmente conoscere gli atti con i quali si pensa di potermi accusare».
La fondazione Maugeri è sorta nel 1965 come Clinica del Lavoro, ente giuridico di diritto privato ad opera del professor Salvatore Maugeri, al cui nome è ora intitolato l’Istituto di ricovero e cura, il cui carattere scientifico è stato determinato da un decreto interministeriale del 21/11/1969. Il 30 dicembre 2004 è stato riconfermato dal Ministero della salute il carattere scientifico della Fondazione Maugeri per la disciplina Medicina del Lavoro e della Riabilitazione. Finalità dell’Istituto è quella di operare nelle aree istituzionali della tutela della salute nel lavoro, individuando e prevenendo i rischi legati ad attività produttive. Altro ramo è quello della medicina riabilitativa che si preoccupa di recuperare le capacità funzionali dei portatori di menomazioni neuromotorie, cardiorespiratorie e di patologie croniche polisistemiche disabilitanti. Scopo ultimo è favorire il reinserimento socio-produttivo del disabile e prevenirne l’handicap. Attualmente la Fondazione opera su numerosi istituti, centri clinici e centri di prevenzione, distribuiti sul territorio nazionale.
Città Nuova - Una grossa faccenda di malaffare, così si configura man mano che passano i giorni la vicenda che vede coinvolta la Fondazione Maugeri e il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni. Tra il 1997 e il 2011 nelle casse dell’istituto sono entrate cifre milionarie, stornate, sembra da fondi della regione. I pm accusano Formigoni di essere il promotore di un'associazione per delinquere: accusa tanto grave quanto inquietante per un politico di rango come può essere lui, capo di una delle regioni più produttive del Paese. Ieri in tarda serata dalla Procura di Milano è arrivata la notizia della chiusura delle indagini sulla Fondazione Maugeri e con essa l’accusa di associazione per delinquere nei confronti di 17 persone fra cui il governatore uscente. Secondo i pm milanesi «Roberto Formigoni, quale Presidente della regione Lombardia garantiva alla Fondazione Salvatore Maugeri, a fronte delle illecite remunerazioni, una “protezione globale”, e si adoperava affinché fossero adottati da parte della giunta, in violazione di legge e dei doveri di imparzialità ed esclusivo perseguimento dell'interesse pubblico, di anno in anno, provvedimenti diretti ad erogare consistenti somme di denaro e procurare altri indebiti vantaggi alla Fondazione».
Formigoni avrebbe quindi ricevuto «utilità» per 8 milioni di euro e tra queste «utilità» sono annoverati viaggi e l'uso di yacht. Il governatore, secondo la Procura di Milano non ha restituito alcun importo di denaro per i «favori» ricevuti. Ma la cosa peggiore non è solo l’accusa di corruzione, ma il fatto che Formigoni sarebbe imputato per associazione a delinquere di cui, secondo i magistrati, lui stesso sarebbe stato «promotore e organizzatore».
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| Pierangelo Daccò |
La fondazione Maugeri è sorta nel 1965 come Clinica del Lavoro, ente giuridico di diritto privato ad opera del professor Salvatore Maugeri, al cui nome è ora intitolato l’Istituto di ricovero e cura, il cui carattere scientifico è stato determinato da un decreto interministeriale del 21/11/1969. Il 30 dicembre 2004 è stato riconfermato dal Ministero della salute il carattere scientifico della Fondazione Maugeri per la disciplina Medicina del Lavoro e della Riabilitazione. Finalità dell’Istituto è quella di operare nelle aree istituzionali della tutela della salute nel lavoro, individuando e prevenendo i rischi legati ad attività produttive. Altro ramo è quello della medicina riabilitativa che si preoccupa di recuperare le capacità funzionali dei portatori di menomazioni neuromotorie, cardiorespiratorie e di patologie croniche polisistemiche disabilitanti. Scopo ultimo è favorire il reinserimento socio-produttivo del disabile e prevenirne l’handicap. Attualmente la Fondazione opera su numerosi istituti, centri clinici e centri di prevenzione, distribuiti sul territorio nazionale.
di Silvano Gianti
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