Lo ha annunciato Vuk Jeremic, presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. I 193 Paesi Onu discuteranno il passaggio della Palestina da "ente osservatore" a Stato non membro. Ma senza l'accordo con Israele e Stati Uniti il riconoscimento resta solo un atto formale.
New York, (AsiaNews) - Il dibattito sul riconoscimento all'Onu della Palestina si terrà in metà novembre. Lo ha annunciato due giorni fa Vuk Jeremic, presidente dell'Assemblea Generale dell'Onu. "I leader dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) sono impegnati in un ampio dibattito - ha affermato Jeremic - ed entro metà novembre vogliono giungere a una conclusione". In una dichiarazione a margine dell'67ma riunione dell'Assemblea generale Onu , Mahmoud Abbas, ha fatto un passo indietro sul pieno riconoscimento della Palestina alle Nazioni Unite, chiedendo una rappresentanza di Stato non membro come la città del Vaticano.
Contattato da AsiaNews, Samir Qumsieh, giornalista e direttore della televisione cattolica Al-Mahed Nativity Tv Station di Betlemme afferma: "La richiesta di Abu Mazen all'Onu è un atto simbolico. Anche se le Nazioni Unite voteranno per il riconoscimento di uno Stato palestinese, il cambiamento sarebbe solo sulla carta e non nella realtà. Israele e Stati Uniti hanno già dichiarato che non riconosceranno mai uno Stato creato con un atto unilaterale da parte dell'Anp". Il giornalista spiega che il tentativo di Abu Mazen serve per rilanciare le sorti dell'Anp che da mesi è colpita da una forte crisi economica, che sta spingendo migliaia di persone, soprattutto cristiani, ad emigrare. "Siamo vicini al collasso - spiega Qumsieh - e anche un riconoscimento da parte dell'Onu non cambierebbe molto la situazione, se non vi è collaborazione da parte di Israele".
Nel settembre 2011 l'Autorità palestinese ha presentato una domanda di ammissione alle Nazioni Unite per essere accolto come Stato membro, ma a tutt'oggi il Consiglio di sicurezza non si è ancora riunito per decidere. Gli Stati Uniti hanno minacciato di porre il veto. Secondo Israele, l'entrata della Palestina nell' Onu, non porterebbe alcun cambiamento nei rapporti fra le due realtà e allontanerebbe la possibilità di un accordo di pace duraturo. I dialoghi sono in stallo dal 2010 a causa dello scontro sulla costruzione di insediamenti in Cisgiodania e Gerusalemme est da parte degli israeliani.
Nei giorni scorsi Ban Ki-moon, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha sottolineato che la soluzione dei due Stati è l'unica opzione possibile per raggiungere una pace duratura fra israeliani e palestinesi. Per il diplomatico la politica degli insediamenti portata avanti da Israele allontana qualsiasi possibilità di un accordo diretto fra le due parti.
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Contattato da AsiaNews, Samir Qumsieh, giornalista e direttore della televisione cattolica Al-Mahed Nativity Tv Station di Betlemme afferma: "La richiesta di Abu Mazen all'Onu è un atto simbolico. Anche se le Nazioni Unite voteranno per il riconoscimento di uno Stato palestinese, il cambiamento sarebbe solo sulla carta e non nella realtà. Israele e Stati Uniti hanno già dichiarato che non riconosceranno mai uno Stato creato con un atto unilaterale da parte dell'Anp". Il giornalista spiega che il tentativo di Abu Mazen serve per rilanciare le sorti dell'Anp che da mesi è colpita da una forte crisi economica, che sta spingendo migliaia di persone, soprattutto cristiani, ad emigrare. "Siamo vicini al collasso - spiega Qumsieh - e anche un riconoscimento da parte dell'Onu non cambierebbe molto la situazione, se non vi è collaborazione da parte di Israele".
Nel settembre 2011 l'Autorità palestinese ha presentato una domanda di ammissione alle Nazioni Unite per essere accolto come Stato membro, ma a tutt'oggi il Consiglio di sicurezza non si è ancora riunito per decidere. Gli Stati Uniti hanno minacciato di porre il veto. Secondo Israele, l'entrata della Palestina nell' Onu, non porterebbe alcun cambiamento nei rapporti fra le due realtà e allontanerebbe la possibilità di un accordo di pace duraturo. I dialoghi sono in stallo dal 2010 a causa dello scontro sulla costruzione di insediamenti in Cisgiodania e Gerusalemme est da parte degli israeliani.
Nei giorni scorsi Ban Ki-moon, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha sottolineato che la soluzione dei due Stati è l'unica opzione possibile per raggiungere una pace duratura fra israeliani e palestinesi. Per il diplomatico la politica degli insediamenti portata avanti da Israele allontana qualsiasi possibilità di un accordo diretto fra le due parti.
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