Una delegazione del Sinodo si recherà nei prossimi giorni a Damasco per portare il sostegno della Chiesa al Paese scosso da un terribile conflitto
Città Nuova - La notizia arriva così, di sorpresa. In apertura della riunione pomeridiana del Sinodo dei vescovi di martedì scorso, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone prende la parola e annuncia che una delegazione si recherà nei prossimi giorni a Damasco con lo scopo di esprimere alla popolazione siriana la vicinanza del papa e dei Padri sinodali. Una bella notizia. Perché in Siria la situazione non cenna a dare segni di miglioramento
: si continua a morire, a distruggere, a fuggire nonostante si lavori ad una tregua. Una bella notizia perché riporta indietro nel tempo, a tutte le volte che la Chiesa si è fatta messaggera di pace raggiungendo nei momenti più bui e disperati i luoghi di conflitto, come la Bosnia e l’Iraq ai tempi di Giovanni Paolo II, o ancora più in là nel tempo a quel discorso storico pronunciato nel lontano 1965 da papa Paolo VI all’Assemblea delle Nazioni Unite a New York dicendo: «Siamo portatori d'un messaggio per tutta l'umanità». Da giorni, i vescovi stanno discutendo di evangelizzazione. Il mondo è presente nell’aula sinodale, batte forte il suo cuore e i vescovi si sentono fortemente interpellati dalle grandi sfide di pace e di giustizia che attraversano oggi l’umanità.
È così che nei giorni scorsi hanno lanciato un messaggio di vicinanza e solidarietà per la Nigeria, a causa dei ripetuti attacchi alle chiese cristiane che si registrano ormai da mesi. E ieri, in aula sono risuonate parole di pace per la Siria, la «preghiera – si legge proprio così nel bollettino dato ai giornalisti – perché nel Paese si cerchi una soluzione politica all’immane tragedia, si tutelino i sofferenti, i deboli e gli sfollati, prevalgano la ragione e la compassione».
«Non possiamo essere semplici spettatori di una tragedia come quella che si sta consumando in Siria», ha detto per tutti il cardinale Bertone. «Immani» sono le sofferenze della popolazione: e così pensando «alla sorte degli sfollati nonché al futuro di quella nazione», «alcuni di noi hanno suggerito al papa» di inviare una delegazione del Sinodo nei prossimi giorni a Damasco. Sembra di vederli i vescovi che si confrontano tra loro nei corridoi del Vaticano, che parlano delle situazioni che più fanno male, e che portano poi i loro suggerimenti al papa. Sono proposte anche molto concrete, perché alla «solidarietà» e alla «vicinanza spirituale» i padri sinodali porteranno alla popolazione siriana anche «una offerta personale», oltre che un contributo della Santa Sede. E anche l’incoraggiamento «a quanti sono impegnati nella ricerca di un accordo rispettoso dei diritti e dei doveri di tutti, con una particolare attenzione a quanto previsto dal diritto umanitario».
Faranno parte della delegazione il card. Laurent Mosengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa; il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso; il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York; mons. Fabio Suescun Mutis, ordinario militare in Colombia; e mons. Joseph Nguyen Nang, vescovo di Phat Diem. Partiranno per Damasco la settimana prossima. «Nel frattempo – ha detto Bertone – preghiamo perché prevalgano la ragione e la compassione».
Città Nuova - La notizia arriva così, di sorpresa. In apertura della riunione pomeridiana del Sinodo dei vescovi di martedì scorso, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone prende la parola e annuncia che una delegazione si recherà nei prossimi giorni a Damasco con lo scopo di esprimere alla popolazione siriana la vicinanza del papa e dei Padri sinodali. Una bella notizia. Perché in Siria la situazione non cenna a dare segni di miglioramento
: si continua a morire, a distruggere, a fuggire nonostante si lavori ad una tregua. Una bella notizia perché riporta indietro nel tempo, a tutte le volte che la Chiesa si è fatta messaggera di pace raggiungendo nei momenti più bui e disperati i luoghi di conflitto, come la Bosnia e l’Iraq ai tempi di Giovanni Paolo II, o ancora più in là nel tempo a quel discorso storico pronunciato nel lontano 1965 da papa Paolo VI all’Assemblea delle Nazioni Unite a New York dicendo: «Siamo portatori d'un messaggio per tutta l'umanità». Da giorni, i vescovi stanno discutendo di evangelizzazione. Il mondo è presente nell’aula sinodale, batte forte il suo cuore e i vescovi si sentono fortemente interpellati dalle grandi sfide di pace e di giustizia che attraversano oggi l’umanità.
È così che nei giorni scorsi hanno lanciato un messaggio di vicinanza e solidarietà per la Nigeria, a causa dei ripetuti attacchi alle chiese cristiane che si registrano ormai da mesi. E ieri, in aula sono risuonate parole di pace per la Siria, la «preghiera – si legge proprio così nel bollettino dato ai giornalisti – perché nel Paese si cerchi una soluzione politica all’immane tragedia, si tutelino i sofferenti, i deboli e gli sfollati, prevalgano la ragione e la compassione».
«Non possiamo essere semplici spettatori di una tragedia come quella che si sta consumando in Siria», ha detto per tutti il cardinale Bertone. «Immani» sono le sofferenze della popolazione: e così pensando «alla sorte degli sfollati nonché al futuro di quella nazione», «alcuni di noi hanno suggerito al papa» di inviare una delegazione del Sinodo nei prossimi giorni a Damasco. Sembra di vederli i vescovi che si confrontano tra loro nei corridoi del Vaticano, che parlano delle situazioni che più fanno male, e che portano poi i loro suggerimenti al papa. Sono proposte anche molto concrete, perché alla «solidarietà» e alla «vicinanza spirituale» i padri sinodali porteranno alla popolazione siriana anche «una offerta personale», oltre che un contributo della Santa Sede. E anche l’incoraggiamento «a quanti sono impegnati nella ricerca di un accordo rispettoso dei diritti e dei doveri di tutti, con una particolare attenzione a quanto previsto dal diritto umanitario».
Faranno parte della delegazione il card. Laurent Mosengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa; il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso; il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York; mons. Fabio Suescun Mutis, ordinario militare in Colombia; e mons. Joseph Nguyen Nang, vescovo di Phat Diem. Partiranno per Damasco la settimana prossima. «Nel frattempo – ha detto Bertone – preghiamo perché prevalgano la ragione e la compassione».
Maria Chiara Biagioni
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