Un numero imprecisato di civili sta tentando di lasciare Bani Walid da giorni sotto attacco da parte dell’esercito, ma in molti casi i combattenti asserragliati in questa città simbolo dell’ultima resistenza di Muammar Gheddafi hanno bloccato la fuga.
Misna - Lo riferiscono ben informate fonti locali, secondo cui oggi i combattimenti stanno proseguendo per il sesto giorno consecutivo. Nelle ultime ore, centinaia di persone, in particolare lavoratori stranieri, sono comunque riusciti a lasciare l’area degli scontri e trovare rifugio in altre zone della Libia. Nella ridda di informazioni difficili da verificare che negli ultimi giorni hanno segnato le vicende di Bani Walid, il dato certo è un intensificarsi degli scontri con l’esercito che sta tentando di riprendere il controllo della città. Non è ancora confermato che sia stato catturato e ucciso Khamis Gheddafi – il più giovane dei figli del colonnello, più volte dato per morto in passato – e il portavoce del vecchio regime, Moussa Ibrahim. Notizie sulla loro cattura sono state prima diffuse da ambienti vicini al governo e poi smentite.
Le vicende di Bani Walid stanno avendo un’eco nazionale. Ieri alcune centinaia di dimostranti hanno preso d’assalto la sede del parlamento a Tripoli chiedendo la fine dell’assedio. Altri dimostranti hanno saccheggiato gli uffici a Bengasi del canale televisivo Libya Al Hurra. Secondo la stampa libica gli autori di quest’ultimo fatto erano esponenti della tribù dei Warfalla, la stessa di Bani Walid.
In questo contesto di instabilità, il paese ha ricordato il primo anniversario della morte di Muammar Gheddafi e della caduta del regime del colonnello. A Tripoli in particolare la gente è scesa in strada con bandiere e trombe e ha dato vita a momenti di festa. Il fine settimana nella capitale libica è però trascorso tra pesanti misure di sicurezza e numerosi posti di blocco messi in piedi dall’esercito.
Misna - Lo riferiscono ben informate fonti locali, secondo cui oggi i combattimenti stanno proseguendo per il sesto giorno consecutivo. Nelle ultime ore, centinaia di persone, in particolare lavoratori stranieri, sono comunque riusciti a lasciare l’area degli scontri e trovare rifugio in altre zone della Libia. Nella ridda di informazioni difficili da verificare che negli ultimi giorni hanno segnato le vicende di Bani Walid, il dato certo è un intensificarsi degli scontri con l’esercito che sta tentando di riprendere il controllo della città. Non è ancora confermato che sia stato catturato e ucciso Khamis Gheddafi – il più giovane dei figli del colonnello, più volte dato per morto in passato – e il portavoce del vecchio regime, Moussa Ibrahim. Notizie sulla loro cattura sono state prima diffuse da ambienti vicini al governo e poi smentite.
Le vicende di Bani Walid stanno avendo un’eco nazionale. Ieri alcune centinaia di dimostranti hanno preso d’assalto la sede del parlamento a Tripoli chiedendo la fine dell’assedio. Altri dimostranti hanno saccheggiato gli uffici a Bengasi del canale televisivo Libya Al Hurra. Secondo la stampa libica gli autori di quest’ultimo fatto erano esponenti della tribù dei Warfalla, la stessa di Bani Walid.
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Sono presenti 3 commenti
warfalla non è una tribu qualunque tra le tante ma la più numerosa: conta 1.000.000 di persone ed la più numerosa della Libia che fa sei milioni di abitanti. Quello che succede a Bani Walid porterà altro scompiglio nel paese.
Alberto
Ma voi siete veramente cattolici? Il parlare di guerra è molto differente tra le varie pubblicazioni cattoliche. Per esempio, tra l'informazione data da Avvenire e Famiglia Cristiana sulla "primavera araba", e i report del Vescovo di Tripoli e di altre pubblicazioni cattoliche meno conosciute, c'è un abisso mostruoso. E voi non sembrate per niente come il vescovo di Tripoli. (non sono Alberto del commento precedente)
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