Case distrutte, puzza di carne bruciata, brandelli di cadaveri, ma pochi corpi. Gli osservatori necessitano maggiori verifiche perché la situazione "non è chiara". Arabia saudita e Qatar continuano ad armare gli insorti, i fondamentalisti di al Qaeda e i salafiti. Attentati con autobomba a Damasco. Suggerimenti alla Turchia di guidare una forza di intervento Nato. Kofi Annan: si prepara una guerra civile in larga scala.
Damasco (Asianews) - - Gli osservatori dell'Onu sono giunti nel villaggio di Qubair dove vi sono prove di un massacro avvenuto, ma la situazione è ancora non chiara per quanto riguarda gli autori, la meccanica della carneficina e il numero delle vittime. Un gruppo di 25 osservatori è giunto ieri pomeriggio nel villaggio, accompagnato da un corrispondente della Bbc che ha definito la scena "terribile" con case bruciate, la puzza di corpi arsi, pozze di sangue e brandelli di cadaveri.
Secondo gli oppositori di Assad, l'uccisione di almeno 78 vittime, molte delle quali madri e bambini, è stata opera dell'esercito siriano e di gruppi di miliziani pro Assad, chiamati "shabiha". Secondo il governo, l'uccisione di 9 vittime è opera di "terroristi", come vengono definiti tutti gli oppositori al regime.
Sulla scena non vi sono molti corpi. Secondo un uomo di un villaggio vicino, dopo il massacro, sono giunti dei camion militari a portarli via. Sausan Gosheh, portavoce degli osservatori Onu afferma che essi hanno trovato "case bruciate e almeno una di esse con dei corpi". "I residenti dai villaggi vicini - continua - sono venuti a parlare con noi, ma nessuno di loro è stato testimone delle uccisioni". E conclude che "le circostanze riguardo questo incidente non sono chiare e non siamo ancora in grado di verificare i numeri".
L'attacco di Qubair segue a un altro massacro di 108 persone a Houla, lo scorso 25 maggio. Anche per queste atrocità, l'opposizione armata accusa l'esercito e gli "shabiha". Per il governo invece, gli autori sono stati "terroristi" che vogliono affossare il piano di pace di Kofi Annan, inviato Onu e della Lega araba.
Diversi osservatori - fra i quali Chandra Muzaffar, presidente dell' International Movement for a Just World , dubitano dell'attribuzione ad Assad dei massacri: il piano di pace di Annan è per ora l'unica possibilità per lui di mantenere il potere. Molte parti della comunità internazionale spingono invece per la sua cacciata. Arabia saudita e Qatar - e secondo illazioni del Washington Post, anche gli Stati Uniti - stanno armando l'opposizione in modo pesante. Ad essa si sono uniti anche gruppi fondamentalisti legati ad al Qaeda e salafiti.
Ieri sono avvenuti almeno tre attentati con autobomba a Idlib, a Rif Dimashq e a Qudssaya, vicino a Damasco, uccidendo poliziotti, personale di sicurezza e civili.
Stati Uniti e Gran Bretagna premono su Cina e Russia, alleati della Siria, per far cadere Assad. Lord Owen, ex ministro degli esteri britannico, consiglia alla Turchia di guidare una forza di intervento Nato per cancellare la "devastante impotenza" della comunità internazionale. Kofi Annan ha dichiarato che la Siria sta raggiungendo un "punto di rottura. Il pericolo di una guerra civile in larga scala è imminente e reale, con conseguenze catastrofiche per la Siria e la regione".
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