Giorgio Napolitano in Giordania per rafforzare la cooperazione italo-giordana
di Mariangela Laviano
Il Presidente Napolitano, accompagnato da sua moglie e dal ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, è giunto ieri sera ad Amman dove incontrerà, durante la sua permanenza di tre giorni nel regno hascemita di Giordania, le massime autorità istituzionali: dal Re Abdallah II al primo ministro Awn Khasawneh fino al presidente del Senato, Taher Masri, e allo Speaker della Camera Bassa, Abdul Karim Doghmi. Il tema centrale della visita riguarderà in primo luogo i rapporti bilaterali tra i due Paesi alla luce del nuovo contesto mediterraneo e in particolare della crisi siriana.
Come è ben noto, il Presidente Napolitano ha seguito con molta attenzione e dedizione il corso delle ondate rivoluzionarie che hanno investito di recente una buona parte dei Paesi arabi ed è innegabile perciò il suo interesse per la Giordania,che a differenza degli altri Paesi non ha assistito ad una vera e propria “primavera araba”: i tentativi di rivolta si sono man mano affievoliti a favore di un maggiore confronto tra opposizione e governo.
In seguito alla crisi siriana, il regno di Abdallah II si sta impegnando con grande slancio nell’accoglienza dei profughi siriani, così come in passato, quando ad essere accolti furono i profughi palestinesi e iracheni. Ma la Giordania sullo scacchiere internazionale sta giocando un ruolo molto più importante, quello di Paese mediatore nella crisi del mondo arabo e in particolar modo tra Palestina e Israele. Il nostro Presidente ha quindi voluto conoscere personalmente quali riforme interesseranno la politica giordana, senza dimenticare che la partita si gioca tutta o quasi tutta sul piano economico, sul quale la Giordania riversa tutte le sue aspirazioni. L’Italia rappresenta il quarto partner commerciale per la monarchia giordana ed il primo europeo: guardare all’Italia significa quindi, per il paese arabo, guardare all’Europa, per cui avere e rafforzare un rapporto privilegiato col nostro paese è un suo obiettivo primario. D’altronde la Giordania, priva di petrolio e con una piccola e media imprenditoria ancora agli inizi, punta tutto sul turismo. E chi più dell’Italia può vantare una lunga esperienza in questo comparto?
di Mariangela LavianoIl Presidente Napolitano, accompagnato da sua moglie e dal ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, è giunto ieri sera ad Amman dove incontrerà, durante la sua permanenza di tre giorni nel regno hascemita di Giordania, le massime autorità istituzionali: dal Re Abdallah II al primo ministro Awn Khasawneh fino al presidente del Senato, Taher Masri, e allo Speaker della Camera Bassa, Abdul Karim Doghmi. Il tema centrale della visita riguarderà in primo luogo i rapporti bilaterali tra i due Paesi alla luce del nuovo contesto mediterraneo e in particolare della crisi siriana.
Come è ben noto, il Presidente Napolitano ha seguito con molta attenzione e dedizione il corso delle ondate rivoluzionarie che hanno investito di recente una buona parte dei Paesi arabi ed è innegabile perciò il suo interesse per la Giordania,che a differenza degli altri Paesi non ha assistito ad una vera e propria “primavera araba”: i tentativi di rivolta si sono man mano affievoliti a favore di un maggiore confronto tra opposizione e governo.
In seguito alla crisi siriana, il regno di Abdallah II si sta impegnando con grande slancio nell’accoglienza dei profughi siriani, così come in passato, quando ad essere accolti furono i profughi palestinesi e iracheni. Ma la Giordania sullo scacchiere internazionale sta giocando un ruolo molto più importante, quello di Paese mediatore nella crisi del mondo arabo e in particolar modo tra Palestina e Israele. Il nostro Presidente ha quindi voluto conoscere personalmente quali riforme interesseranno la politica giordana, senza dimenticare che la partita si gioca tutta o quasi tutta sul piano economico, sul quale la Giordania riversa tutte le sue aspirazioni. L’Italia rappresenta il quarto partner commerciale per la monarchia giordana ed il primo europeo: guardare all’Italia significa quindi, per il paese arabo, guardare all’Europa, per cui avere e rafforzare un rapporto privilegiato col nostro paese è un suo obiettivo primario. D’altronde la Giordania, priva di petrolio e con una piccola e media imprenditoria ancora agli inizi, punta tutto sul turismo. E chi più dell’Italia può vantare una lunga esperienza in questo comparto?
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