La strada delle armi e dell’uso della forza non può rappresentare la soluzione della crisi in Siria. Lo ha ribadito oggi l’inviato speciale in Siria di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, nel corso di una conferenza congiunta con il ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi.
Misna - A Teheran per portare avanti il piano da lui proposto per mettere fine alle violenze in corso in Siria, Annan ha detto che “la questione deve perdere prima la sua valenza militare” e deve poi essere affrontata a livello politico con il coinvolgimento di tutti gli attori in campo. “Date le sue relazioni particolari con Damasco – ha aggiunto Annan – l’Iran può essere parte importante della soluzione”. Il ministro iraniano ha a sua volta espresso la contrarietà di Teheran a qualunque interferenza straniera negli affari interni siriani e ha affermato che al governo di Damasco occorre concedere sufficiente tempo per varare le riforme.
Annan ha proposto un piano in sei punti che prevede la cessazione delle ostilità, l’avvio di un dialogo politico inclusivo, l’apertura di corridoi umanitari. Secondo il programma formalmente approvato da Damasco e dalle opposizioni, entro le 6 del mattino di domani dovrebbe entrare in vigore una tregua su tutto il paese, seguita dal dispiegamento di una missione di osservazione internazionale e dall’avvio di negoziati.
Misna - A Teheran per portare avanti il piano da lui proposto per mettere fine alle violenze in corso in Siria, Annan ha detto che “la questione deve perdere prima la sua valenza militare” e deve poi essere affrontata a livello politico con il coinvolgimento di tutti gli attori in campo. “Date le sue relazioni particolari con Damasco – ha aggiunto Annan – l’Iran può essere parte importante della soluzione”. Il ministro iraniano ha a sua volta espresso la contrarietà di Teheran a qualunque interferenza straniera negli affari interni siriani e ha affermato che al governo di Damasco occorre concedere sufficiente tempo per varare le riforme.Annan ha proposto un piano in sei punti che prevede la cessazione delle ostilità, l’avvio di un dialogo politico inclusivo, l’apertura di corridoi umanitari. Secondo il programma formalmente approvato da Damasco e dalle opposizioni, entro le 6 del mattino di domani dovrebbe entrare in vigore una tregua su tutto il paese, seguita dal dispiegamento di una missione di osservazione internazionale e dall’avvio di negoziati.
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