La Casa Bianca rende noto che, almeno per ora, non ci sarà nessun intervento militare in Siria.
E-ilmensile - Come dichiara Tommy Vietor portavoce della Casa Bianca che privilegia “un approccio diplomatico e politico piuttosto che un intervento militare”. Ribadendo poi la metodologia d’azione: “isolare il regime, tagliargli i flussi di denaro, spingere l’opposizione ad unirsi sotto un chiaro piano di transizione”. Rispondendo così anche alle accuse di John McCain, senatore repubblicano ed ex avversario di Obama nel 2008, che ieri in Senato ha dichiarato come l’attacco aereo possa essere “l’unica via possibile” per “fermare la carneficina e salvare vite innocenti”.
Anche i rappresentanti dei 27 Stati europei, che si sono riuniti nel pomeriggio a Bruxelles, stanno abbozzando eventuali provvedimenti contro Damasco. Già sono state chiuse le ambasciate di Francia e Gran Bretagna e annunciata la chiusura di quella spagnola. L’Unione europea afferma attraverso un portavoce che “vuole restare” con la sua delegazione “per monitorare” la situazione anche “su richiesta dell’opposizione siriana”.
Nel frattempo circa duemila rifugiati siriani sono fuggiti nel Libano negli ultimi due giorni. Lo ha affermato oggi a Ginevra la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), Fatoumata Lejeune-Kaba. Non si conosce però quanti sarebbero rimasti in Libano e quanti sarebbero stati fatti rientrare in Siria. La maggioranza dei fuggiti proviene da Homs.
E-ilmensile - Come dichiara Tommy Vietor portavoce della Casa Bianca che privilegia “un approccio diplomatico e politico piuttosto che un intervento militare”. Ribadendo poi la metodologia d’azione: “isolare il regime, tagliargli i flussi di denaro, spingere l’opposizione ad unirsi sotto un chiaro piano di transizione”. Rispondendo così anche alle accuse di John McCain, senatore repubblicano ed ex avversario di Obama nel 2008, che ieri in Senato ha dichiarato come l’attacco aereo possa essere “l’unica via possibile” per “fermare la carneficina e salvare vite innocenti”.Anche i rappresentanti dei 27 Stati europei, che si sono riuniti nel pomeriggio a Bruxelles, stanno abbozzando eventuali provvedimenti contro Damasco. Già sono state chiuse le ambasciate di Francia e Gran Bretagna e annunciata la chiusura di quella spagnola. L’Unione europea afferma attraverso un portavoce che “vuole restare” con la sua delegazione “per monitorare” la situazione anche “su richiesta dell’opposizione siriana”.
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