Il Vesuvio cresce di quattro millimetri l'anno. È quanto emerge da uno studio condotto dal geofisico Aldo Marturano, in collaborazione con i colleghi dell'Osservatorio vesuviano, dell'Università Federico II e della Sovraintendenza archeologica di Pompei, pubblicato sulla rivista Journal of Volcanology and Geothermal Research.
Almanacco della Scienza - CNR - La ricerca dimostra che l'area ha subito un sollevamento di 80 metri negli ultimi 20mila anni, dovuto all'aumento della pressione dei gas e dei magmi che si vanno accumulando a 20 chilometri di profondità, facendo registrare una crescita media, appunto, di quattro millimetri all'anno. Il fenomeno è in controtendenza rispetto alla piana campana che, invece, si sta lentamente abbassando.
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione analizzando i campioni di sedimenti marini e vulcanici estratti da una perforazione nell'area archeologica di Ercolano, a sette chilometri a ovest dal cratere del Vesuvio. L'analisi dei fossili ha permesso di ricostruire gli ambienti attorno alla montagna e di evidenziare che il Vesuvio ha alternato periodi turbolenti a periodi di quiete.
"Il Vesuvio è quiescente dal 1944", ricorda Marturano. "In quell'anno avvenne un'eruzione esplosiva medio-piccola che ha chiuso l'ultimo ciclo, iniziato nel 1631 con un'eruzione sub-pliniana, che privò il panorama del caratteristico pennacchio". Il monte Somma-Vesuvio rimane comunque "un vulcano attivissimo, il suo destino è di eruttare ancora".
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