Oggi in Piazza San Pietro erano presenti migliaia di pellegrini per il primo Angelus dell'anno. Tanta gioia e tanto affetto per Benedetto XVI.
Radio Vaticana - Numerose le famiglie con bambini. Ma in che modo hanno accolto l’invito del Papa a diventare educatori di pace soprattutto verso le nuove generazioni? Marina Tomarro ha raccolto alcune testimonianze dei fedeli: ascolta
R. - Attraverso la fede, la preghiera e non demordendo mai, anche nei momenti di difficoltà.
R. - La pace è quel valore profondo che accomuna tutti: cattolici, protestanti, ebrei … E’ quel punto in comune dove tutti ci possiamo incontrare, possiamo essere educatori di pace soprattutto con l’esempio.
R. - Penso che la cosa migliore sia partire dalle semplici occasioni di ogni giorno. Insegnare ai ragazzi a non giudicare, a perdonare se si riceve qualche sgarbo, a guardare in positivo anche le altre persone, perché tante volte si è tentati di vedere ciò che è negativo nell’altro e invece aiutarli ad avere uno sguardo sempre positivo verso l’altra persona. Credo che questo sia essenziale.
R. - Noi come Movimento dell’Amore Famigliare abbiamo organizzato questa notte in Piazza San Pietro la veglia per la pace nelle famiglie, tra le nazioni, in modo particolare, e abbiamo un gruppo di giovani, gli “Amici di Gesù e Maria”, che anche loro sono venuti questa notte a pregare insieme ai loro genitori. L’educazione è proprio questo: fin da piccoli chiedergli di pregare per la pace sia nelle famiglie che nel mondo.
D. - Oggi è anche la solennità di Maria Santissima Madre di Dio. La figura della Madonna quanto è importante nella tua vita?
R. – Nella mia vita è centrale. La Madonna è stata Colei che mi ha preso tra le sue braccia, che ha contribuito tantissimo alla mia conversione, che umanamente mi ha avvicinato sempre di più a Dio e, in modo particolare, a Gesù.
R. - Maria, anche insieme a Giuseppe, per prima ha vissuto le piccole e grandi difficoltà delle famiglie di oggi. Loro per primi ce lo insegnano! E’ proprio un aiuto grande, un esempio. Maria ci dà proprio la consapevolezza che, nonostante le difficoltà, vicino al Signore le cose si possono veramente trasformare. (bf)
Radio Vaticana - Numerose le famiglie con bambini. Ma in che modo hanno accolto l’invito del Papa a diventare educatori di pace soprattutto verso le nuove generazioni? Marina Tomarro ha raccolto alcune testimonianze dei fedeli: ascoltaR. - Attraverso la fede, la preghiera e non demordendo mai, anche nei momenti di difficoltà.
R. - La pace è quel valore profondo che accomuna tutti: cattolici, protestanti, ebrei … E’ quel punto in comune dove tutti ci possiamo incontrare, possiamo essere educatori di pace soprattutto con l’esempio.
R. - Penso che la cosa migliore sia partire dalle semplici occasioni di ogni giorno. Insegnare ai ragazzi a non giudicare, a perdonare se si riceve qualche sgarbo, a guardare in positivo anche le altre persone, perché tante volte si è tentati di vedere ciò che è negativo nell’altro e invece aiutarli ad avere uno sguardo sempre positivo verso l’altra persona. Credo che questo sia essenziale.
R. - Noi come Movimento dell’Amore Famigliare abbiamo organizzato questa notte in Piazza San Pietro la veglia per la pace nelle famiglie, tra le nazioni, in modo particolare, e abbiamo un gruppo di giovani, gli “Amici di Gesù e Maria”, che anche loro sono venuti questa notte a pregare insieme ai loro genitori. L’educazione è proprio questo: fin da piccoli chiedergli di pregare per la pace sia nelle famiglie che nel mondo.
D. - Oggi è anche la solennità di Maria Santissima Madre di Dio. La figura della Madonna quanto è importante nella tua vita?
R. – Nella mia vita è centrale. La Madonna è stata Colei che mi ha preso tra le sue braccia, che ha contribuito tantissimo alla mia conversione, che umanamente mi ha avvicinato sempre di più a Dio e, in modo particolare, a Gesù.
R. - Maria, anche insieme a Giuseppe, per prima ha vissuto le piccole e grandi difficoltà delle famiglie di oggi. Loro per primi ce lo insegnano! E’ proprio un aiuto grande, un esempio. Maria ci dà proprio la consapevolezza che, nonostante le difficoltà, vicino al Signore le cose si possono veramente trasformare. (bf)
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