Sono le immagini delle proteste verificatesi ieri a Damasco dopo la decisione della Lega Araba di sospendere la Siria dall’organismo internazionale a dominare, questa mattina, le prime pagine della stampa araba.
AgenziaMisna - “Almeno 25 morti, tra Homs e Hama” riferisce il quotidiano ‘Al Quds al Arabi’ mostrando le immagini di migliaia di manifestanti scesi in piazza nella capitale dove sono state assaltate ieri le rappresentanze diplomatiche di diversi paesi. “Sale il tono della contestazione. La Lega studia un modo per proteggere i civili” avverte il libanese ‘Dar al Hayat’ ricordando che al centro delle contestazioni sono state le ambasciate di Arabia Saudita, Turchia, Qatar e Francia, considerate le “artefici” di un inasprimento del confronto politico tra la comunità internazionale e il governo di Damasco, sospeso dalla Lega Araba per non avere rispettato l’impegno a porre fine alla violenta repressione delle proteste dell’opposizione, in corso da mesi in vari centri del paese escluse Damasco e Aleppo. Nel corso dei disordini, che hanno invaso anche il controllatissimo quartiere di ‘Abu Rummaneh’, dimostranti sono riusciti a introdursi e a saccheggiare l’ambasciata dell’Arabia Saudita, altro paese considerato particolarmente ostile al regime di Bashar al Assad.
Al grido di “il popolo vuole Bashar” e ‘Tozz lil arab’ (a quel paese gli arabi, ndr) migliaia di persone hanno sfilato ieri per le strade del centro di Damasco, riferiscono alla MISNA fonti nella capitale siriana per cui il timore di sanzioni rischia di acuire i dissidi interni tra i contestatori e il regime del presidente al Assad.
“Damasco chiede un vertice di emergenza e Il Cairo respinge ipotesi di interventi stranieri. Ambasciata turca e saudita sotto attacco” titola l’egiziano ‘Al Ahram’ sottolineando come la Turchia, per lungo tempo alleata del regime siriano, sia divenuta nelle ultime settimane uno dei paesi più decisi nella condanna della repressione, ospitando diverse riunioni del ‘Consiglio nazionale siriano’ (Cns) di opposizione.
“Patria di milioni” titola enfaticamente il giornale siriano filogovernativo ‘Al Thawra’ ribadendo la richiesta del presidente Assad di un vertice di emergenza dei capi di stato arabi per “rimediare alla crisi e alle conseguenze negative che questa può avere sulla congiuntura araba”. Damasco ha inoltre invitato i governanti arabi ad inviare “delegazioni di ministri” perché accertino con i loro occhi la situazione all’interno del paese. Un tentativo in extremis – dicono gli osservatori – per guadagnare tempo prima che la sospensione diventi operativa, come previsto, il 16 novembre con una nuova riunione dei ministri degli Esteri a Rabat, in Marocco.
Una proposta a cui il segretario generale della Lega Araba, Nabil al Arabi, non ha risposto, affermando che l’organizzazione sta mettendo a punto un piano per “proteggere i civili” in Siria. La sospensione della Libia dalla Lega Araba, nello scorso febbraio, aprì la strada alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e all’intervento della Nato.
AgenziaMisna - “Almeno 25 morti, tra Homs e Hama” riferisce il quotidiano ‘Al Quds al Arabi’ mostrando le immagini di migliaia di manifestanti scesi in piazza nella capitale dove sono state assaltate ieri le rappresentanze diplomatiche di diversi paesi. “Sale il tono della contestazione. La Lega studia un modo per proteggere i civili” avverte il libanese ‘Dar al Hayat’ ricordando che al centro delle contestazioni sono state le ambasciate di Arabia Saudita, Turchia, Qatar e Francia, considerate le “artefici” di un inasprimento del confronto politico tra la comunità internazionale e il governo di Damasco, sospeso dalla Lega Araba per non avere rispettato l’impegno a porre fine alla violenta repressione delle proteste dell’opposizione, in corso da mesi in vari centri del paese escluse Damasco e Aleppo. Nel corso dei disordini, che hanno invaso anche il controllatissimo quartiere di ‘Abu Rummaneh’, dimostranti sono riusciti a introdursi e a saccheggiare l’ambasciata dell’Arabia Saudita, altro paese considerato particolarmente ostile al regime di Bashar al Assad.Al grido di “il popolo vuole Bashar” e ‘Tozz lil arab’ (a quel paese gli arabi, ndr) migliaia di persone hanno sfilato ieri per le strade del centro di Damasco, riferiscono alla MISNA fonti nella capitale siriana per cui il timore di sanzioni rischia di acuire i dissidi interni tra i contestatori e il regime del presidente al Assad.
“Damasco chiede un vertice di emergenza e Il Cairo respinge ipotesi di interventi stranieri. Ambasciata turca e saudita sotto attacco” titola l’egiziano ‘Al Ahram’ sottolineando come la Turchia, per lungo tempo alleata del regime siriano, sia divenuta nelle ultime settimane uno dei paesi più decisi nella condanna della repressione, ospitando diverse riunioni del ‘Consiglio nazionale siriano’ (Cns) di opposizione.
“Patria di milioni” titola enfaticamente il giornale siriano filogovernativo ‘Al Thawra’ ribadendo la richiesta del presidente Assad di un vertice di emergenza dei capi di stato arabi per “rimediare alla crisi e alle conseguenze negative che questa può avere sulla congiuntura araba”. Damasco ha inoltre invitato i governanti arabi ad inviare “delegazioni di ministri” perché accertino con i loro occhi la situazione all’interno del paese. Un tentativo in extremis – dicono gli osservatori – per guadagnare tempo prima che la sospensione diventi operativa, come previsto, il 16 novembre con una nuova riunione dei ministri degli Esteri a Rabat, in Marocco.
Una proposta a cui il segretario generale della Lega Araba, Nabil al Arabi, non ha risposto, affermando che l’organizzazione sta mettendo a punto un piano per “proteggere i civili” in Siria. La sospensione della Libia dalla Lega Araba, nello scorso febbraio, aprì la strada alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e all’intervento della Nato.
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