In Pakistan è vietato scrivere il nome di “Gesù Cristo” nei messaggi di testo Sms, inviati tramite telefoni cellulari.
Radio Vaticana - Lo ha stabilito l’Autorità delle Telecomunicazioni
del Pakistan con un provvedimento che ordina alle società di telefonia mobile di bloccare i messaggi di testo con alcune parole ritenute volgari, oscene o nocive al senso del pudore. Fra le oltre 1.600 parole bandite, segnala a Fides una fonte locale, vi sono anche “Gesù Cristo” e “Satana”. Le compagnie hanno sette giorni di tempo per rendere operativa la disposizione, ma le Chiese cristiane e le organizzazioni per i diritti umani in Pakistan annunciano battaglia. Padre John Shakir Nadeem, segretario della “Commissione per le comunicazioni sociali” della Conferenza episcopale annuncia che “la Chiesa cattolica del Pakistan farà tutte le pressioni del caso sul governo perché elimini il nome di Cristo dalla lista proibita. Comprendiamo il desiderio di tutelare le menti dei giovani, segnalando una lista di parole oscene. Ma perché includere il nome di Cristo? Cosa ha di osceno? Bandirla è una violazione del nostro diritto di evangelizzare e ferisce i sentimenti dei cristiani”. “Se il divieto venisse confermato – aggiunge padre John Shakir Nadeem - sarebbe davvero una pagina nera per il Paese, un ulteriore atto di discriminazione verso i cristiani e una aperta violazione del Costituzione del Pakistan. Speriamo che il governo faccia le opportune correzioni”. Organizzazioni per la difesa dei diritti umani e delle libertà dei cittadini, come “Bytes For All”, hanno annunciato che contesteranno l’ordinanza in tribunale, affermando che essa “viola il diritto alla libertà di parola e di espressione”. “E’ una intrusione nella privacy dei cittadini”, ed è “non solo oppressiva ed egemonica, ma anche incostituzionale”. L'Autorità delle telecomunicazioni ha detto che la libertà dei pakistani è “soggetta alle limitazioni previste dalla legge, nell'interesse della gloria dell'Islam”. La lista contiene oltre 1.600 parole, la maggior parte considerate comunemente volgari, altre di natura sessuale. (A.L.)
Radio Vaticana - Lo ha stabilito l’Autorità delle Telecomunicazioni
del Pakistan con un provvedimento che ordina alle società di telefonia mobile di bloccare i messaggi di testo con alcune parole ritenute volgari, oscene o nocive al senso del pudore. Fra le oltre 1.600 parole bandite, segnala a Fides una fonte locale, vi sono anche “Gesù Cristo” e “Satana”. Le compagnie hanno sette giorni di tempo per rendere operativa la disposizione, ma le Chiese cristiane e le organizzazioni per i diritti umani in Pakistan annunciano battaglia. Padre John Shakir Nadeem, segretario della “Commissione per le comunicazioni sociali” della Conferenza episcopale annuncia che “la Chiesa cattolica del Pakistan farà tutte le pressioni del caso sul governo perché elimini il nome di Cristo dalla lista proibita. Comprendiamo il desiderio di tutelare le menti dei giovani, segnalando una lista di parole oscene. Ma perché includere il nome di Cristo? Cosa ha di osceno? Bandirla è una violazione del nostro diritto di evangelizzare e ferisce i sentimenti dei cristiani”. “Se il divieto venisse confermato – aggiunge padre John Shakir Nadeem - sarebbe davvero una pagina nera per il Paese, un ulteriore atto di discriminazione verso i cristiani e una aperta violazione del Costituzione del Pakistan. Speriamo che il governo faccia le opportune correzioni”. Organizzazioni per la difesa dei diritti umani e delle libertà dei cittadini, come “Bytes For All”, hanno annunciato che contesteranno l’ordinanza in tribunale, affermando che essa “viola il diritto alla libertà di parola e di espressione”. “E’ una intrusione nella privacy dei cittadini”, ed è “non solo oppressiva ed egemonica, ma anche incostituzionale”. L'Autorità delle telecomunicazioni ha detto che la libertà dei pakistani è “soggetta alle limitazioni previste dalla legge, nell'interesse della gloria dell'Islam”. La lista contiene oltre 1.600 parole, la maggior parte considerate comunemente volgari, altre di natura sessuale. (A.L.)
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