Marc Lazar, politologo francese, ha analizzato in una intervista a PeaceReporter il drammatico momento politico ed economico italiano.
PeaceReporter - Il Consiglio dei ministri straordinario ha partorito un topolino e l'agonia del governo si riflette sui mercati che sono, piaccia o no, i giudici ultimi delle politiche di governo. Della situazione politica italiana, abbiamo parlato con Marc Lazar, professore di Storia politica e sociologia, autore di molti testi della politica italiana.
Professore, proviamo a fare un fermo immagine di questo rovinoso precipitare: che cosa vede?
Una situazione molto incerta, nonostante ci siano degli indicatori molto favorevoli. Cominciamo con il dire che l'Italia non è la Grecia: il dinamismo e le ricchezze dell'Italia sono ben altra cosa. Esistono chiaramente dei problemi di fondo legati alla situazione economica; bisogna tener conto dell'evoluzione greca che avrà effetti soprattutto sui paesi più deboli, come l'Italia; e poi c'è un grande problema: la mancanza di credibilità del governo che non è più solo una questione interna. Anche l'Europa non si fida più dell'esecutivo italiano.
Siamo messi così male?
Il governo naviga a vista, prova ad affrontare i problemi man mano che si presentano. Non c'è più una visione, un programma e questo gioca a sfavore dell'Italia. È un contesto pesante e non vedo un'alternativa all'interno della maggioranza che possa dare un cambio di passo.
E l'ipotesi tecnica? Un governo di emergenza? Si parla sempre più insistentemente di Mario Monti.
Mario Monti è una grande figura che riporterebbe in alto la rappresentatività dell'Italia in Europa e nel mondo: è un uomo di grande spessore ed esperienza. Soprattutto, Monti è l'uomo che aggregherebbe sindacati, imprenditori, opposizioni e forse convince anche qualcuno nella maggioranza. Il governo di emergenza sarebbe la soluzione migliore per mettere a posto quel che è possibile in breve tempo, per approvare subito una nuova legge elettorale e per traghettare velocemente il paese alle urne. In realtà non vedo come si possa arrivare a un esecutivo di emergenza poiché ci sono molte resistenze all'interno del parlamento.
Nell'oscurità, vede un faro?
Sono molto sorpreso per quanto si stia dando da fare il presidente Napolitano: in questo momento gode di grande popolarità, anche in Europa dove la stima nei suoi confronti è alle stelle. Credo che sia un elemento positivo, di grande forza per l'Italia.
Un'ultima domanda: il Cdm ha scelto di inserire le poche misure adottate in un maxi emendamento alla legge di stabilità e non in un decreto legge, come ci saremmo aspettati. Come interpreta questa decisione: prudenza o debolezza?
Direi debolezza. Sicuramente Berlusconi avrebbe voluto fare di più, ma è chiara l'ostruzione della Lega che lo ha tenuto a freno. Vedremo adesso come Berlusconi se la caverà a Cannes in seno al G20. La pressione è molto alta e mai come oggi le vicende nazionali dei paesi membri hanno assunto dimensione europea.
PeaceReporter - Il Consiglio dei ministri straordinario ha partorito un topolino e l'agonia del governo si riflette sui mercati che sono, piaccia o no, i giudici ultimi delle politiche di governo. Della situazione politica italiana, abbiamo parlato con Marc Lazar, professore di Storia politica e sociologia, autore di molti testi della politica italiana. Professore, proviamo a fare un fermo immagine di questo rovinoso precipitare: che cosa vede?
Una situazione molto incerta, nonostante ci siano degli indicatori molto favorevoli. Cominciamo con il dire che l'Italia non è la Grecia: il dinamismo e le ricchezze dell'Italia sono ben altra cosa. Esistono chiaramente dei problemi di fondo legati alla situazione economica; bisogna tener conto dell'evoluzione greca che avrà effetti soprattutto sui paesi più deboli, come l'Italia; e poi c'è un grande problema: la mancanza di credibilità del governo che non è più solo una questione interna. Anche l'Europa non si fida più dell'esecutivo italiano.
Siamo messi così male?
Il governo naviga a vista, prova ad affrontare i problemi man mano che si presentano. Non c'è più una visione, un programma e questo gioca a sfavore dell'Italia. È un contesto pesante e non vedo un'alternativa all'interno della maggioranza che possa dare un cambio di passo.
E l'ipotesi tecnica? Un governo di emergenza? Si parla sempre più insistentemente di Mario Monti.
Mario Monti è una grande figura che riporterebbe in alto la rappresentatività dell'Italia in Europa e nel mondo: è un uomo di grande spessore ed esperienza. Soprattutto, Monti è l'uomo che aggregherebbe sindacati, imprenditori, opposizioni e forse convince anche qualcuno nella maggioranza. Il governo di emergenza sarebbe la soluzione migliore per mettere a posto quel che è possibile in breve tempo, per approvare subito una nuova legge elettorale e per traghettare velocemente il paese alle urne. In realtà non vedo come si possa arrivare a un esecutivo di emergenza poiché ci sono molte resistenze all'interno del parlamento.
Nell'oscurità, vede un faro?
Sono molto sorpreso per quanto si stia dando da fare il presidente Napolitano: in questo momento gode di grande popolarità, anche in Europa dove la stima nei suoi confronti è alle stelle. Credo che sia un elemento positivo, di grande forza per l'Italia.
Un'ultima domanda: il Cdm ha scelto di inserire le poche misure adottate in un maxi emendamento alla legge di stabilità e non in un decreto legge, come ci saremmo aspettati. Come interpreta questa decisione: prudenza o debolezza?
Direi debolezza. Sicuramente Berlusconi avrebbe voluto fare di più, ma è chiara l'ostruzione della Lega che lo ha tenuto a freno. Vedremo adesso come Berlusconi se la caverà a Cannes in seno al G20. La pressione è molto alta e mai come oggi le vicende nazionali dei paesi membri hanno assunto dimensione europea.
Nicola Sessa
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