Una nuova esplosione fa precipitare la città di Mesagne nell’ angoscia
Liberainformazione - Paura, angos
cia e timore a Mesagne. Ancora una bomba carta, ancora una volta il destinatario è un coraggioso imprenditore che mesi fa ha denunciato azioni di strozzinaggio a suo danno facendo arrestare l’ aguzzino. Ignoti individui hanno acceso una bomba carta o forse un grosso petardo sul cofano della Fiat Punto del conosciuto imprenditore edile. Teatro dell’ episodio il centro della città. L’ esplosione ha frantumato il parabrezza dell’ auto e provocato anche alcuni danni alla carrozzeria del mezzo.
Ma i danni maggiori sono di natura psicologica perché quelli materiali si possono riparare con qualche centinaio di euro. I danni interiori provocati all’ uomo e alla sua famiglia non hanno prezzo. L’ imprenditore si è accorto dell’ attentato al mattino, quando è sceso in strada per prendere l’ auto. Ha avvertito subito il locale commissariato per denunciare i fatti. I poliziotti arrivati sul posto hanno recuperato i resti del petardo. Saranno utili per fare luce sull’ esatta dinamica della vicenda. Le indagini per individuare i responsabili sono state già avviate.
Questo episodio riporta con la memoria la comunità mesagnese a questa estate, quando una bomba carta fu fatta esplodere ai danni dell’ imprenditore e presidente del Boys Mesagne Luigi Devicienti. Anche lui aveva osato denunciare i suoi estorsori. Ma ancor prima c’ erano state altre vittime eccellenti come Enzo Neve, noto e stimato imprenditore che si oppose ad una richiesta estorsiva. La reazione dei malavitosi non si fece attendere. Dapprima diedero fuoco ad una bombola di gas davanti al suo laboratorio fotografico, successivamente furono tagliate le gomme della sua auto, una Bmw X5, che poi gli fu rubata. Una serie di crimini che seminano terrore tra i cittadini rendendo difficile una fattiva collaborazione con le vittime del racket.
Questi raccontati sono episodi di pubblico dominio, quelli denunciati da coraggiosi imprenditori. In altri casi, invece, e le forze dell’ ordine ne sono consapevoli, la gente non denuncia per diversi motivi. Magari perché le richieste estorsive sono modeste, come prelevare merce dai negozi senza pagarla, oppure perché si ha paura di ritorsioni. L’ imprenditore – vittima, lo scorso 21 maggio, ha fatto arrestare il suo aguzzino. I poliziotti adesso sono al lavoro per appurare un eventuale nesso tra l’ arresto dell’ estorsore e l’ attentato.
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cia e timore a Mesagne. Ancora una bomba carta, ancora una volta il destinatario è un coraggioso imprenditore che mesi fa ha denunciato azioni di strozzinaggio a suo danno facendo arrestare l’ aguzzino. Ignoti individui hanno acceso una bomba carta o forse un grosso petardo sul cofano della Fiat Punto del conosciuto imprenditore edile. Teatro dell’ episodio il centro della città. L’ esplosione ha frantumato il parabrezza dell’ auto e provocato anche alcuni danni alla carrozzeria del mezzo.Ma i danni maggiori sono di natura psicologica perché quelli materiali si possono riparare con qualche centinaio di euro. I danni interiori provocati all’ uomo e alla sua famiglia non hanno prezzo. L’ imprenditore si è accorto dell’ attentato al mattino, quando è sceso in strada per prendere l’ auto. Ha avvertito subito il locale commissariato per denunciare i fatti. I poliziotti arrivati sul posto hanno recuperato i resti del petardo. Saranno utili per fare luce sull’ esatta dinamica della vicenda. Le indagini per individuare i responsabili sono state già avviate.
Questo episodio riporta con la memoria la comunità mesagnese a questa estate, quando una bomba carta fu fatta esplodere ai danni dell’ imprenditore e presidente del Boys Mesagne Luigi Devicienti. Anche lui aveva osato denunciare i suoi estorsori. Ma ancor prima c’ erano state altre vittime eccellenti come Enzo Neve, noto e stimato imprenditore che si oppose ad una richiesta estorsiva. La reazione dei malavitosi non si fece attendere. Dapprima diedero fuoco ad una bombola di gas davanti al suo laboratorio fotografico, successivamente furono tagliate le gomme della sua auto, una Bmw X5, che poi gli fu rubata. Una serie di crimini che seminano terrore tra i cittadini rendendo difficile una fattiva collaborazione con le vittime del racket.
Questi raccontati sono episodi di pubblico dominio, quelli denunciati da coraggiosi imprenditori. In altri casi, invece, e le forze dell’ ordine ne sono consapevoli, la gente non denuncia per diversi motivi. Magari perché le richieste estorsive sono modeste, come prelevare merce dai negozi senza pagarla, oppure perché si ha paura di ritorsioni. L’ imprenditore – vittima, lo scorso 21 maggio, ha fatto arrestare il suo aguzzino. I poliziotti adesso sono al lavoro per appurare un eventuale nesso tra l’ arresto dell’ estorsore e l’ attentato.
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