Gheddafi non intende lasciare il potere, ma accetta di non partecipare ad eventuali negoziati sulla Libia
Il leader libico Gheddafi ha accettato di non partecipare a eventuali negoziati sulla Libia. Lo hanno riferito oggi capi di stato africani che stanno portando avanti la mediazione dell'Unione Africana per avviare trattative e porre fine al conflitto in corso nel Paese.
Radio Vaticana - L’annuncio è stato salutato con favore dai mediatori dopo una riunione a Pretoria. Intanto, in risposta alle attese degli insorti circa una “proposta'' da Gheddafi per oggi, il portavoce del regime, Mussa Ibrahim, ha fatto sapere che il colonnello non lascera' ne' il potere ne' il Paese. Non c’è alcuna intenzione di lasciare la Libia all'organizzazione criminale della Nato, ha aggiunto, siamo pronti a combattere strada per strada, casa per casa''. Oggi intanto sono proseguiti i combattimenti a 50 km. circa a sud di TRipoli, mentre si attende per domani la sentenza della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) sulla possibilità di spiccare i mandati di arresti nei confronti di Gheddafi, il suo secondogenito Saif al-Islam e il capo dei servizi segreti del rais, Abdullah al-Senussi. Ad avanzare le richieste e' stato il procuratore capo del Cpi, l'argentino Luis Moreno Ocampo, che accusa il colonnello libico e i suoi piu' fedeli uomini di crimini contro l'umanita'.
Radio Vaticana - L’annuncio è stato salutato con favore dai mediatori dopo una riunione a Pretoria. Intanto, in risposta alle attese degli insorti circa una “proposta'' da Gheddafi per oggi, il portavoce del regime, Mussa Ibrahim, ha fatto sapere che il colonnello non lascera' ne' il potere ne' il Paese. Non c’è alcuna intenzione di lasciare la Libia all'organizzazione criminale della Nato, ha aggiunto, siamo pronti a combattere strada per strada, casa per casa''. Oggi intanto sono proseguiti i combattimenti a 50 km. circa a sud di TRipoli, mentre si attende per domani la sentenza della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) sulla possibilità di spiccare i mandati di arresti nei confronti di Gheddafi, il suo secondogenito Saif al-Islam e il capo dei servizi segreti del rais, Abdullah al-Senussi. Ad avanzare le richieste e' stato il procuratore capo del Cpi, l'argentino Luis Moreno Ocampo, che accusa il colonnello libico e i suoi piu' fedeli uomini di crimini contro l'umanita'.| Tweet |
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