L'International fund for animal welfare (Ifaw), l'associazione che da anni si sta battendo contra la caccia alle foche e che è famosa per i suoi filmati shock immessi in "rete" sui metodi con cui vengono uccisi questi animali, è tornata a fare le sue denunce.
GreenReport - L'occasione è quella dell'apertura della caccia alle foche in Canada, che secondo l'associazione animalista viene effettuata senza il rispetto delle regole per una morte con minori sofferenze possibili per questi mammiferi marini e con l'uccisone inutile di cuccioli, poi abbandonati sui ghiacci. «Abbiamo ampie prove che la procedura in tre fasi per assicurare una morte umana non viene seguita» ha dichiarato a Sheryl Fink, direttore del programma foche dell'Ifaw. Ovviamente anche questa denuncia è stata supportata con prove filmate di diverse violazioni nell'uccisione dei cuccioli da parte dei cacciatori, avvenute lunghe le coste di Newfoundland e del Labrador.
«Abbiamo documentato le prove di cuccioli di foca di circa tre settimane uccisi e abbandonati sul ghiaccio, con la pelle intatta. E' una chiara violazione della legge e uno spreco inaccettabile e non etico di fauna selvatica». Dietro questa orrenda pratica, come noto, ci sono questioni economiche. Il governo canadese (esecutivo di uno dei paesi più sviluppati al mondo, membro del G8), continua ad insistere che la caccia è svolta con metodi "sostenibili" ed è vitale per l'economia delle comunità locali. Ma qui non si tratta di impedire la caccia agli Inuit o altre popolazioni autoctone che anche per tradizione svolgono questa pratica per la loro sussistenza che tra l'altro crea un "impatto" limitato sulle popolazioni di foche in termini strettamente quantitativi.
Stiamo invece parlando e mettendo in forte discussione la caccia per fini commerciali che provoca vere e proprie stragi di cuccioli di foca (non sapendo ancora nuotare sono più facilmente avvicinabili). L'Europa ha vietato con il regolamento 1007/2009 (entrato in vigore nell'agosto 2010) a tutti i paesi dell'Unione il commercio di prodotti derivati dalla caccia alle foche (pellicce, grassi, olio, carne, omega3..) di fatto limitando fortemente il mercato.
Ma il Canada, paese in cui questa pratica della caccia alle foche è più diffusa, sta guardando ad altri contesti, come ad esempio ai mercati emergenti come quello cinese che quantitativamente possono fornire numeri significativi. È necessario quindi un'azione politica internazionale per bloccare questa barbarie e immediatamente attivare sul posto i controlli che come denuncia Ifaw sono assenti. «Dove sono i controlli? Quando i cacciatori di foche ignorano in maniera flagrante le regole quando vengono filmati, figuriamoci cosa accade quando non lo sono» ha aggiunto FinK. Tra l'altro secondo le cifre fornite dall'Ifaw, pare che l'attività di caccia alle foche sia ormai anti-economica per gli stessi canadesi, visto che nel 2010 è stata sostenuta dal governo con 2,3 milioni di dollari, mentre il valore commerciale é stato di poco più di un milione di dollari. «Non c'é ragione perché questa carneficina continui» hanno concluso da Ifaw.
GreenReport - L'occasione è quella dell'apertura della caccia alle foche in Canada, che secondo l'associazione animalista viene effettuata senza il rispetto delle regole per una morte con minori sofferenze possibili per questi mammiferi marini e con l'uccisone inutile di cuccioli, poi abbandonati sui ghiacci. «Abbiamo ampie prove che la procedura in tre fasi per assicurare una morte umana non viene seguita» ha dichiarato a Sheryl Fink, direttore del programma foche dell'Ifaw. Ovviamente anche questa denuncia è stata supportata con prove filmate di diverse violazioni nell'uccisione dei cuccioli da parte dei cacciatori, avvenute lunghe le coste di Newfoundland e del Labrador.«Abbiamo documentato le prove di cuccioli di foca di circa tre settimane uccisi e abbandonati sul ghiaccio, con la pelle intatta. E' una chiara violazione della legge e uno spreco inaccettabile e non etico di fauna selvatica». Dietro questa orrenda pratica, come noto, ci sono questioni economiche. Il governo canadese (esecutivo di uno dei paesi più sviluppati al mondo, membro del G8), continua ad insistere che la caccia è svolta con metodi "sostenibili" ed è vitale per l'economia delle comunità locali. Ma qui non si tratta di impedire la caccia agli Inuit o altre popolazioni autoctone che anche per tradizione svolgono questa pratica per la loro sussistenza che tra l'altro crea un "impatto" limitato sulle popolazioni di foche in termini strettamente quantitativi.
Stiamo invece parlando e mettendo in forte discussione la caccia per fini commerciali che provoca vere e proprie stragi di cuccioli di foca (non sapendo ancora nuotare sono più facilmente avvicinabili). L'Europa ha vietato con il regolamento 1007/2009 (entrato in vigore nell'agosto 2010) a tutti i paesi dell'Unione il commercio di prodotti derivati dalla caccia alle foche (pellicce, grassi, olio, carne, omega3..) di fatto limitando fortemente il mercato.
Ma il Canada, paese in cui questa pratica della caccia alle foche è più diffusa, sta guardando ad altri contesti, come ad esempio ai mercati emergenti come quello cinese che quantitativamente possono fornire numeri significativi. È necessario quindi un'azione politica internazionale per bloccare questa barbarie e immediatamente attivare sul posto i controlli che come denuncia Ifaw sono assenti. «Dove sono i controlli? Quando i cacciatori di foche ignorano in maniera flagrante le regole quando vengono filmati, figuriamoci cosa accade quando non lo sono» ha aggiunto FinK. Tra l'altro secondo le cifre fornite dall'Ifaw, pare che l'attività di caccia alle foche sia ormai anti-economica per gli stessi canadesi, visto che nel 2010 è stata sostenuta dal governo con 2,3 milioni di dollari, mentre il valore commerciale é stato di poco più di un milione di dollari. «Non c'é ragione perché questa carneficina continui» hanno concluso da Ifaw.
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