La nostra opinione sui sondaggi - riassumibile in: se non sono fatti con tutti i crismi con domande non trabocchetto sono del tutto inattendibili - è nota, ma è sinceramente "interessante" il risultato che sta dando quello lanciato dal Sole24ore.
Greenreport - La domanda posta infatti è semplice: Il
Governo dovrebbe rivedere la politica pro-nucleare? Il riferimento ovviamente è al gravissimo incidente in corso alla centrale di Fukushima e alle dichiarazione del nostro governo di non voler cambiare idea sul programma di "rinascita nucleare". Ebbene al momento la percentuale di coloro che ritengono giusto "rivedere la politica pro nucleare" sono al 71%. Saranno "emotivi" o "macabri" come direbbe il ministro Prestigiacomo, di certo, sulla carta essendo lettori del sole24ore o ascoltatori di Radio24 (dove per esempio appena ieri sera Giuseppe Cruciani di La Zanzara dimostrava la sua ignoranza sull'argomento dando per risolto in molti paesi il problema delle scorie, quando invece non esistono al mondo depositi permanenti e l'unico in costruzione si trova in Finlandia) non dovrebbero essere ambientalisti talebani.
Come ha ricordato giustamente Jacopo Giliberto ieri a una trasmissione sulla Rai, giornalista lo ricordiamo sempre del Sole, è bene interrogarsi sui costi della sicurezza. Insomma, dato per assodato (ma lo è solo in parte) che le centrali più moderne siano anche più sicure di quella giapponese, anche se la sicurezza intrinseca non esiste, lo sforzo economico per costruirla in un Paese come il nostro dove devi ripartire da zero è una questione non solo politica.
Non si tratta solo di convincere la gente, ma anche di trovare i soldi e di spendere e spendere per anni con risultati non fondamentali (ricordiamo che nella migliore delle ipotesi si parla di un 25% di energia prodotta dall'atomo tra 20-30 anni) e con rischi elevati di non aver risolto alcunché sul piano anche dei costi della bolletta energetica nazionale.
L'argomento che siccome l'energia elettrica da nucleare la importiamo, allora perché non avere centrali nel nostro territorio, francamente oltre ad essere una vecchia storiella, è argomento piuttosto sciapo. Paolo Leon ieri sera a Ballarò ha detto che "a livello economico ci conviene importare l'energia dalla Francia». Se dovessimo poi produrre tutto quello che invece importiamo per il semplice motivo che lo "importiamo" e quindi è come se lo "producessimo" staremmo freschi... E' vero, usiamo l'energia nucleare, ma da Paesi che sono costretti a venderla a causa della sua rigidità e che, in larga parte, pensano di dismetterla da qui a qualche anno.
Siccome nel frattempo ci sono studi che ci permettono chiaramente di ipotizzare che le rinnovabili nello stesso numero di anni in cui si pensa che possano essere accese le centrali atomiche italiane, saranno in grado di produrre la stessa energia, la discussione si ridimensiona a una scelta semplice: nucleare o rinnovabili. O si investe su una o si investe sull'altra. N
oi da tempo abbiamo espresso la nostra opinione, e così le associazioni ambientaliste e ben prima dell'incidente in Giappone, questo governo, nel senso opposto, anche. Può darsi che la "gente" si sia fatta la sua opinione anche senza "emozionarsi". Noi lo speriamo.
Greenreport - La domanda posta infatti è semplice: Il
Governo dovrebbe rivedere la politica pro-nucleare? Il riferimento ovviamente è al gravissimo incidente in corso alla centrale di Fukushima e alle dichiarazione del nostro governo di non voler cambiare idea sul programma di "rinascita nucleare". Ebbene al momento la percentuale di coloro che ritengono giusto "rivedere la politica pro nucleare" sono al 71%. Saranno "emotivi" o "macabri" come direbbe il ministro Prestigiacomo, di certo, sulla carta essendo lettori del sole24ore o ascoltatori di Radio24 (dove per esempio appena ieri sera Giuseppe Cruciani di La Zanzara dimostrava la sua ignoranza sull'argomento dando per risolto in molti paesi il problema delle scorie, quando invece non esistono al mondo depositi permanenti e l'unico in costruzione si trova in Finlandia) non dovrebbero essere ambientalisti talebani.Come ha ricordato giustamente Jacopo Giliberto ieri a una trasmissione sulla Rai, giornalista lo ricordiamo sempre del Sole, è bene interrogarsi sui costi della sicurezza. Insomma, dato per assodato (ma lo è solo in parte) che le centrali più moderne siano anche più sicure di quella giapponese, anche se la sicurezza intrinseca non esiste, lo sforzo economico per costruirla in un Paese come il nostro dove devi ripartire da zero è una questione non solo politica.
Non si tratta solo di convincere la gente, ma anche di trovare i soldi e di spendere e spendere per anni con risultati non fondamentali (ricordiamo che nella migliore delle ipotesi si parla di un 25% di energia prodotta dall'atomo tra 20-30 anni) e con rischi elevati di non aver risolto alcunché sul piano anche dei costi della bolletta energetica nazionale.
L'argomento che siccome l'energia elettrica da nucleare la importiamo, allora perché non avere centrali nel nostro territorio, francamente oltre ad essere una vecchia storiella, è argomento piuttosto sciapo. Paolo Leon ieri sera a Ballarò ha detto che "a livello economico ci conviene importare l'energia dalla Francia». Se dovessimo poi produrre tutto quello che invece importiamo per il semplice motivo che lo "importiamo" e quindi è come se lo "producessimo" staremmo freschi... E' vero, usiamo l'energia nucleare, ma da Paesi che sono costretti a venderla a causa della sua rigidità e che, in larga parte, pensano di dismetterla da qui a qualche anno.
Siccome nel frattempo ci sono studi che ci permettono chiaramente di ipotizzare che le rinnovabili nello stesso numero di anni in cui si pensa che possano essere accese le centrali atomiche italiane, saranno in grado di produrre la stessa energia, la discussione si ridimensiona a una scelta semplice: nucleare o rinnovabili. O si investe su una o si investe sull'altra. N
oi da tempo abbiamo espresso la nostra opinione, e così le associazioni ambientaliste e ben prima dell'incidente in Giappone, questo governo, nel senso opposto, anche. Può darsi che la "gente" si sia fatta la sua opinione anche senza "emozionarsi". Noi lo speriamo.
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