mercoledì, gennaio 05, 2011
Nonostante la promulgazione di una legge, la schiavitù è ancora molto diffusa nel paese

PeaceReporter - Sei attivisti antischiavisti di Initiative pour la résurgence du mouvement abolitioniste (Ira), organizzazione mauritana che da tempo osteggia le pratiche di schiavismo diffuse nel paese, sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere di Nouakchott dove verranno processati per direttissima. Gli attivisti manifestavano vicino la stazione di polizia per il presunto caso di due bambine, di 9 e 11 anni, ridotte in schiavitù. Secondo le autorità, durante le agitazioni, gli attivisti hanno attaccatto le forze di polizia. In realtà, quest'ultimi ribadiscono di essersi limitati ad esprimere il proprio dissenso.

In termini di legge, la schiavitù viene considerato come crimine, ma nei fatti, tale pratica è molto diffusa in Mauritania. Come riferisce l'organizzazione non governativa SOS Enclaves quasi un quinto dell'intera popolazione nazionale erano schiavi nel 2009. Da sola, la legge non basta, lamentano gli attivisti. In base al provvedimento, i possessori di schiavi devono essere puniti con 10 anni di detenzione e una pena pecuniaria dai 2.000 ai 4.000 dollari. E' prevista una pena di due anni di carcere per favoreggiamento e un risarcimento per le vittime. Ma fin da quando è stata emessa, ancora nessuno è stato condannato per questo crimine.

"Non esistono misure effettive attraverso cui gli schiavi possono rivendicare i propri diritti", ha riferito il segretartio generale dell'Ira, Boubacar Ould Mohammed. Spesso questi crimini sono classificati, dalle forze di sicurezza, come semplici dispute fra il datore di lavoro e il lavoratore. Gli stessi agenti e funzionari hanno spesso persone alla loro mercè.

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