lunedì, dicembre 13, 2010
“I diplomatici dovrebbero rispettare il Kenya. Uno non dovrebbe venire in un paese e pretendere di diventarne il governatore. Non abbiamo bisogno di governatori. L’ultimo fu Mac Donald e lasciò il paese nel 1964”.

Agenzia Misna - E' il passaggio più duro del discorso tenuto ieri dal primo ministro keniano Raila Odinga durante le celebrazioni della giornata Jamhuri – la festività annuale con cui in Kenya si celebra la creazione della Repubblica un anno dopo l’ottenimento dell’indipendenza dall’Inghilterra nel ’64 – e che ha un unico destinatario: l’ambasciatore degli Stati Uniti in Kenya Michael Ranneberger. Le parole di Odinga avevano seguito di pochi minuti quelle altrettanto dure del presidente Mwai Kibaki: “Sappiamo che ci sono tre o quattro personaggi che vanno in giro per il paese a distribuire soldi e incitare i keniani. Li abbiamo visti e sappiamo chi sono. Sono visitatori e quando se ne andranno, chi avrà dato loro ascolto rimarrà con un pungo di mosche in mano”. Il futuro dell’ambasciatore americano a Nairobi, figura già contestata in passato dal governo del presidente Kibaki, è oggi al vaglio di un Consiglio dei ministri straordinario. Le critiche del diplomatico al governo keniano sono tornate d’attualità dopo che alcuni dei documenti riservati redatti dall’ambasciatore negli ultimi anni sono stati pubblicati dall’organizzazione ‘Wikileaks’, confermando l’atteggiamento non certo favorevole del diplomatico nei confronti dei vertici keniani. Ma da Nairobi sottolineano a più riprese che la probabile cacciata di Ranneberger dal Kenya non dipenda tanto dai cablogrammi pubblicati da wikileaks, quanto piuttosto da una serie di testimonianze che dimostrerebbero come l’ambasciatore Usa abbia cercato, attraverso la politica di cooperazione americana, di incitare alla disobbedienza civile i keniani e di destabilizzare il paese. Nel rendere noto il tema del Consiglio dei ministri di oggi, il portavoce del governo Alfred Mutua ha precisato che dalle testimonianze emerge che, girando il paese distribuendo milioni di dollari nell’ambito dei progetti di formazione dei giovani , l’ambasciatore Ranneberger “incitava i giovani alla rivoluzione, chiedendo loro di rimuovere la vecchia guardia e di scendere in strada”.

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