giovedì, dicembre 16, 2010
In Birmania è boom della produzione di oppio nei territori controllati dai ribelli che combattono la giunta militare.

di Enrico Piovesana

PeaceReporter - Secondo l'ultimo rapporto dell'Ufficio antidroga delle Nazioni Unite (Unodc), quest'anno la produzione di oppio in Birmania è fortemente aumentata rispetto al 2009: la coltivazione è incrementata del 20 per cento (da 31.700 a 38.100 ettari) e il raccolto addirittura del 76 per cento (da 330 a 580 tonnellate, grazie a un forte aumento del rendimento: da 10 a 15 chili per ettaro). Un boom che catapulta la produzione birmana di oppio al 16 per cento del totale mondiale, dal 5 per cento dello scorso anno. Quasi un ritorno ai 'narco-fasti' degli anni '60 e '70, all'epoca del Triangolo d'Oro, quando la Birmania, assieme a Laos e Thailandia, era il maggiore produttore al mondo di oppio ed eroina.

Nei decenni successivi, finita la guerra americana in Vietnam e le operazioni coperte della Cia nella regione, la produzione di oppio si spostò gradualmente in Afghanistan, dove crebbe prima con i mujaheddin antisovietici e poi con i talebani (entrambi sostenuti dagli Usa), fino al bando del 2001 deciso dal mullah Omar, per poi riesplodere con l'invasione e l'occupazione americana.

La produzione birmana, concentrata per il 92 per cento nella regione orientale Shan, è continuata a diminuire fino al 2006. Poi, con la ripresa della guerriglia indipendentista Shan contro l'esercito della giunta (in seguito all'alleanza tra i due principali gruppi ribelli), il trend è tornato moderatamente positivo, fino al boom di quest'anno, che coincide con la una nuova escalation della ribellione in occasione delle elezioni organizzate dal regime.

Nel 2010 la produzione di oppio è schizzata alle stelle anche nella regione settentrionale Kachin, dove si trova il restante 8 per cento delle piantagioni di papavero. Qui, il territorio è controllato dall'Esercito indipendentista Kachin (Kia) guidato dal generale Gam Shawng.

Come tutti i gruppi armati che si oppongono alla giunta birmana, sia i ribelli Kachin che quelli dell'Esercito dello Stato Shan (Ssa) guidati dal colonnello Yod Serk (erede del 're dell'oppio' Khun Sa, morto nel 2007) sono supportati dagli Stati Uniti attraverso i servizi segreti militari thailandesi e la Cia (e Hollywood, come dimostra il film Rambo IV).

''I ribelli birmani aumentano la produzione di droga per comprare armi con cui combattere la giunta'', scriveva lo scorso giugno il quotidiano britannico Guardian, citando un alto funzionario dell'Unodc: ''Le minoranze si sentono sempre più minacciate dal governo e usano il narcotraffico per sostenersi e mantenere il controllo dei loro territori''.


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