venerdì, luglio 17, 2009
“Conoscere e incontrare i musulmani”, questo il tema di otto giornate dedicate alla formazione e organizzate dal 2 al 9 luglio scorso dal Servizio nazionale per le relazioni con l’islam - organismo della Conferenza dei vescovi di Francia - presso il convento francescano di Orsay, in Essonne.

Agenzia Misna - Francia: Durante l’incontro, al quale hanno partecipato religiosi e laici impegnati quotidianamente nel dialogo islamo-cristiano, come riferisce “L’Osservatore romano”, si sono svolte lezioni sull’islam, dibattiti in cui i partecipanti hanno potuto condividere le loro esperienze, e incontri con testimoni diretti del mondo musulmano, come due coppie miste, composte cioè da coniugi cristiani e musulmani. I presenti hanno avuto modo di visitare inoltre la Grande moschea di Parigi. “L’incontro con l’altro - ha detto il vescovo di Créteil, Michel Santier, presidente del Consiglio episcopale per le relazioni interreligiose e le nuove correnti religiose - consente di costruirsi una vera personalità. Andare verso colui che è diverso fa paura e provoca un ripiegarsi su se stessi. Ma riuscire a superare questo riflesso naturale significa arricchirsi sul piano umano, spirituale e della fede”. Il Servizio nazionale per le relazioni con l’islam, istituito dalla Chiesa cattolica nel 1974, ha l’obiettivo di mantenere contatti regolari con persone e associazioni musulmane; esso inoltre cura conferenze, pubblicazioni e incontri di formazione e sul rapporto fra teologia cristiana e dialogo interreligioso ed è dotato di una biblioteca aperta ai ricercatori e agli studenti in materia. “Dobbiamo difendere la dignità umana senza nello stesso tempo scendere a compromessi sui diritti umani” ha detto il ministro sudafricano per la Cooperazione Maite Nkoana-Mashabane. “Chiediamo – ha detto il capo di stato cubano Raul Castro – un nuovo ordine monetario ed economico mondiale, una ristrutturazione che tenga in conto i bisogni dei paesi in via di sviluppo”. Di una maggiore rappresentanza del Sud del mondo a livello internazionale si è fatto portavoce il colonnello libico Muammar Gheddafi, alla presidenza di turno dell’Unione Africana (UA) che, riflettendo sulla composizione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha parlato di un evidente squilibrio di forze.


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