Un archivio documentario e video per “salvare la memoria sahrawi dall’oblio” ha detto Adele Lapertosa, portavoce Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli (Cisp).
Radio Vaticana - L’obiettivo del progetto, a cui lavorano gli studenti dell’Università di Bologna, della sede di Forlì, la Fondazione ‘Europe Direct’ e il Cisp, è di creare un archivio storico della memoria saharawi. “Il pericolo - ha detto la portavoce dell’organizzazione non governativa all’agenzia Misna – è che si perda la memoria di questo popolo, quando gli anziani moriranno. Nell’archivio video sono contenute interviste a chi ha vissuto l’esperienza del colonialismo e della fuga nei campi, come pure ai ragazzi sulle difficili condizioni di vita nei campi profughi”. L’idea del progetto è nata nell’aprile scorso, quando gli studenti universitari si sono recati in visita nei campi a sud di Tindouf e hanno constatato di persona le condizioni del popolo sahrawi. “Non ce la facciamo più, siamo al limite della sopportazione", ha detto Fatima Mahfoud, dell’Unione donne saharawi. "Quanto ancora potranno sopportare i nostri giovani di vivere nei campi profughi in condizioni infernali, vedendo spesso violati i propri diritti?”. Al Senato italiano è stata presentata una bozza di risoluzione stesa dagli studenti e presentata al gruppo interparlamentare Amici del popolo Saharawi. Nel documento, si chiede alla comunità internazionale di rinnovare il proprio impegno per consentire al popolo saharawi di esercitare il diritto all’autodeterminazione tramite referendum e di favorire una soluzione del conflitto nel rispetto delle regole del diritto internazionale. (A.V.)
Radio Vaticana - L’obiettivo del progetto, a cui lavorano gli studenti dell’Università di Bologna, della sede di Forlì, la Fondazione ‘Europe Direct’ e il Cisp, è di creare un archivio storico della memoria saharawi. “Il pericolo - ha detto la portavoce dell’organizzazione non governativa all’agenzia Misna – è che si perda la memoria di questo popolo, quando gli anziani moriranno. Nell’archivio video sono contenute interviste a chi ha vissuto l’esperienza del colonialismo e della fuga nei campi, come pure ai ragazzi sulle difficili condizioni di vita nei campi profughi”. L’idea del progetto è nata nell’aprile scorso, quando gli studenti universitari si sono recati in visita nei campi a sud di Tindouf e hanno constatato di persona le condizioni del popolo sahrawi. “Non ce la facciamo più, siamo al limite della sopportazione", ha detto Fatima Mahfoud, dell’Unione donne saharawi. "Quanto ancora potranno sopportare i nostri giovani di vivere nei campi profughi in condizioni infernali, vedendo spesso violati i propri diritti?”. Al Senato italiano è stata presentata una bozza di risoluzione stesa dagli studenti e presentata al gruppo interparlamentare Amici del popolo Saharawi. Nel documento, si chiede alla comunità internazionale di rinnovare il proprio impegno per consentire al popolo saharawi di esercitare il diritto all’autodeterminazione tramite referendum e di favorire una soluzione del conflitto nel rispetto delle regole del diritto internazionale. (A.V.)| Tweet |
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