Asghar Ali Engineer, un musulmano indiano, condanna gli attentati a Baghdad contro chiese cristiane. Egli sottolinea che le violenze “non hanno nulla a che vedere con i precetti dell’islam” e sono opera di “fondamentalisti”. Lo studioso prega per le vittime e le famiglie e auspica un’opera comune per promuovere “una coesistenza pacifica e duratura”.
New Delhi (AsiaNews) – “Condanno gli attacchi alle chiese nel mondo più assoluto. Sono sopraffatto da un sentimento di dolore e di rimorso per la notizia degli attentati alle chiese in Iraq”. È quanto afferma ad AsiaNews Asghar Ali Engineer, studioso musulmano molto noto in India per le sue battaglie a favore dei diritti umani nell’islam, commentando l’attacco di ieri alla comunità cristiana in Iraq. Una serie di autobomba hanno colpito sette chiese caldee e ortodosse della città di Baghdad, provocando quattro morti e una ventina di feriti. Lo studioso indiano “come essere umano e fedele musulmano” definisce un “crimine brutale” l’attacco “contro la religione cristiana, contro l’umanità; questo non è l’islam, non ha nulla a che vedere con i precetti dell’islam, questa è opera dei fondamentalisti”.
Ecco, di seguito, l’intervista rilasciata da Asghar Ali Engineer ad AsiaNews:
Come commenta la notizia dell’attentato perpetrato da al Qaeda per vendicare “la martire del velo”, la donna musulmana incinta uccisa in un tribunale di Dresda da un tedesco di origini russe?
I terroristi non hanno legge, sono persone senza una legge. Chiunque sia dietro al Qaeda, Lashkar-e-Taiba, sono gruppi estremisti, che certamente non rappresentano la comunità musulmana. Questi terroristi agiscono per contro proprio, nessuna legge può governarli e la vendetta stessa è un qualcosa che non ha nulla a che vedere con la religione. Una persona con un senso religioso, non cerca mai vendetta, ma il perdono.
Da studioso musulmano, cosa vuole dire ai cristiani irakeni?
Come essere umano, come persona di fede, e come musulmano, con tutto me stesso, voglio ribadire che questo è un crimine brutale. Prego per le vittime, i morti e i feriti, e prego che Allah possa consolare le famiglie e i parenti in lutto. Prego anche per al Qaeda, perché Allah conceda loro buon senso e la capacità di perdonare.
Come giudica la condizione della minoranza cristiana in Iraq?
Tutte le minoranze dovrebbero essere protette, ovunque si trovino: in Iraq, in India, in Pakistan. Il mondo intero dovrebbe essere cosciente dell’aggressione verso le minoranze, chiunque esse siano: musulmani, cristiani, ebrei, buddisti… La loro vita e le loro proprietà devono essere tutelate e protette. I luoghi di culto delle minoranze religiose devono essere garantite.
Ritiene che questo episodio possa minare il dialogo islamo-cristiano?
L’urgenza di una coesistenza pacifica è materia di grave preoccupazione; proprio in seguito a questi attacchi diventa ancora più importante uno sforzo ulteriore per rafforzare il dialogo fra cristiani e musulmani a tutti i livelli: tra i leader spirituali, così come alla base. Dobbiamo rimuovere i sospetti e le diffidenze e lavorare per una coesistenza pacifica e duratura. Tutti gli uomini di pace devono cercare il dialogo e la comprensione comune; bisogna inoltre rifuggire e condannare tutte le forme di violenza e lavorare per una società di pace, di comprensione e di rispetto reciproco.
New Delhi (AsiaNews) – “Condanno gli attacchi alle chiese nel mondo più assoluto. Sono sopraffatto da un sentimento di dolore e di rimorso per la notizia degli attentati alle chiese in Iraq”. È quanto afferma ad AsiaNews Asghar Ali Engineer, studioso musulmano molto noto in India per le sue battaglie a favore dei diritti umani nell’islam, commentando l’attacco di ieri alla comunità cristiana in Iraq. Una serie di autobomba hanno colpito sette chiese caldee e ortodosse della città di Baghdad, provocando quattro morti e una ventina di feriti. Lo studioso indiano “come essere umano e fedele musulmano” definisce un “crimine brutale” l’attacco “contro la religione cristiana, contro l’umanità; questo non è l’islam, non ha nulla a che vedere con i precetti dell’islam, questa è opera dei fondamentalisti”.Ecco, di seguito, l’intervista rilasciata da Asghar Ali Engineer ad AsiaNews:
Come commenta la notizia dell’attentato perpetrato da al Qaeda per vendicare “la martire del velo”, la donna musulmana incinta uccisa in un tribunale di Dresda da un tedesco di origini russe?
I terroristi non hanno legge, sono persone senza una legge. Chiunque sia dietro al Qaeda, Lashkar-e-Taiba, sono gruppi estremisti, che certamente non rappresentano la comunità musulmana. Questi terroristi agiscono per contro proprio, nessuna legge può governarli e la vendetta stessa è un qualcosa che non ha nulla a che vedere con la religione. Una persona con un senso religioso, non cerca mai vendetta, ma il perdono.
Da studioso musulmano, cosa vuole dire ai cristiani irakeni?
Come essere umano, come persona di fede, e come musulmano, con tutto me stesso, voglio ribadire che questo è un crimine brutale. Prego per le vittime, i morti e i feriti, e prego che Allah possa consolare le famiglie e i parenti in lutto. Prego anche per al Qaeda, perché Allah conceda loro buon senso e la capacità di perdonare.
Come giudica la condizione della minoranza cristiana in Iraq?
Tutte le minoranze dovrebbero essere protette, ovunque si trovino: in Iraq, in India, in Pakistan. Il mondo intero dovrebbe essere cosciente dell’aggressione verso le minoranze, chiunque esse siano: musulmani, cristiani, ebrei, buddisti… La loro vita e le loro proprietà devono essere tutelate e protette. I luoghi di culto delle minoranze religiose devono essere garantite.
Ritiene che questo episodio possa minare il dialogo islamo-cristiano?
L’urgenza di una coesistenza pacifica è materia di grave preoccupazione; proprio in seguito a questi attacchi diventa ancora più importante uno sforzo ulteriore per rafforzare il dialogo fra cristiani e musulmani a tutti i livelli: tra i leader spirituali, così come alla base. Dobbiamo rimuovere i sospetti e le diffidenze e lavorare per una coesistenza pacifica e duratura. Tutti gli uomini di pace devono cercare il dialogo e la comprensione comune; bisogna inoltre rifuggire e condannare tutte le forme di violenza e lavorare per una società di pace, di comprensione e di rispetto reciproco.
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