Lettera aperta al presidente dello Sri Lanka in difesa della libertà di stampa nel Paese. Richieste anche per la sicurezza dei giornalisti nelle regioni del nord, la creazione di un ufficio per le indagini sui crimini contro i media e la liberazione di tre reporter in prigione dal marzo 2008.
Colombo (AsiaNews) - Libero accesso della stampa nei campi profughi e sicurezza per i giornalisti nella regione del nord, dove ad agosto si svolgeranno le prime elezioni amministrative dopo la fine dei 30 anni di dominio delle Tigri tamil. Sono due delle 11 richieste che le principali associazioni internazionali dell’informazione rivolgono a Rajapaksa, presidente dello Sri Lanka. Con una lettera aperta lamentano che “il deterioramento della situazione della libertà di stampa nel Paese continua nonostante la vittoria militare sul Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte)”.
Il governo di Colombo ha spesso utilizzato lo spauracchio della guerra contro le Tigri tamil e la difesa della sicurezza nazionale per tenere sotto controllo i media dello Sri Lanka. Le autorità sono giunte anche ad imprigionare alcuni giornalisti accusandoli di collusione con i ribelli tamil, e sono molti i casi di minacce e assassini tra operatori dei media che nei loro articoli hanno criticato la politica del governo.
A firmare la lettera aperta a Rajapaksa sono associazioni come la Federazione internazionale dei giornalisti, il Comitato mondiale per la libertà di stampa e Reporter senza frontiere. Esse affermano che “molto deve essere fatto nell’immediato per assicurare che i giornalisti dello Sri Lanka e i media indipendenti in singalese, tamil ed inglese posano godere della sicurezza e della libertà che è propria di una democrazia”.
Le organizzazioni domandano una riforma della legislazione ormai obsoleta che regola la stampa nel Paese ed un revisione del Press Council Act No. 5, risalente al 1973, che prevede uno stretto controllo sui media con misure che i firmatari della lettera considerato oppressivi.
Appellandosi alla democrazia e alla libertà di espressione le associazioni chiedono al presidente dello Sri Lanka anche la creazione di un ufficio per le indagini sui crimini contro i media e la pubblicazione dei risultati dell’inchiesta sull’omicidio di Lasantha Wickramathunga, direttore del Sunday Leader assassinato l’8 gennaio scorso. Tra gli undici punti contenuti nella lettera ci sono anche le richieste di liberazione dei giornalisti J.S. Tissainayagam, B. Jasiharan e V. Vallarmathy in carcere dal marzo 2008.
Colombo (AsiaNews) - Libero accesso della stampa nei campi profughi e sicurezza per i giornalisti nella regione del nord, dove ad agosto si svolgeranno le prime elezioni amministrative dopo la fine dei 30 anni di dominio delle Tigri tamil. Sono due delle 11 richieste che le principali associazioni internazionali dell’informazione rivolgono a Rajapaksa, presidente dello Sri Lanka. Con una lettera aperta lamentano che “il deterioramento della situazione della libertà di stampa nel Paese continua nonostante la vittoria militare sul Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte)”.Il governo di Colombo ha spesso utilizzato lo spauracchio della guerra contro le Tigri tamil e la difesa della sicurezza nazionale per tenere sotto controllo i media dello Sri Lanka. Le autorità sono giunte anche ad imprigionare alcuni giornalisti accusandoli di collusione con i ribelli tamil, e sono molti i casi di minacce e assassini tra operatori dei media che nei loro articoli hanno criticato la politica del governo.
A firmare la lettera aperta a Rajapaksa sono associazioni come la Federazione internazionale dei giornalisti, il Comitato mondiale per la libertà di stampa e Reporter senza frontiere. Esse affermano che “molto deve essere fatto nell’immediato per assicurare che i giornalisti dello Sri Lanka e i media indipendenti in singalese, tamil ed inglese posano godere della sicurezza e della libertà che è propria di una democrazia”.
Le organizzazioni domandano una riforma della legislazione ormai obsoleta che regola la stampa nel Paese ed un revisione del Press Council Act No. 5, risalente al 1973, che prevede uno stretto controllo sui media con misure che i firmatari della lettera considerato oppressivi.
Appellandosi alla democrazia e alla libertà di espressione le associazioni chiedono al presidente dello Sri Lanka anche la creazione di un ufficio per le indagini sui crimini contro i media e la pubblicazione dei risultati dell’inchiesta sull’omicidio di Lasantha Wickramathunga, direttore del Sunday Leader assassinato l’8 gennaio scorso. Tra gli undici punti contenuti nella lettera ci sono anche le richieste di liberazione dei giornalisti J.S. Tissainayagam, B. Jasiharan e V. Vallarmathy in carcere dal marzo 2008.
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