I vescovi del Kenya hanno scritto una lettera pastorale per mettere in guardia i fedeli contro un movimento, fondato da Karl Raymond Rodig, al quale hanno aderito sacerdoti che hanno rinunciato al celibato.
Radio Vaticana - Nessuno – si legge nel documento firmato dal cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi e primate del Kenya - ha il diritto di modificare o cambiare ciò che è stato vissuto dal Signore stesso e ciò che è stato tramandato fino a noi dai Papi e dai Padri della Chiesa nel corso dei secoli. Ogni sacerdote – scrivono i presuli - è chiamato a rispettare il celibato e ad essere fedele agli insegnamenti della Chiesa. I vescovi invitano anche i fedeli a pregare per i sacerdoti del Kenya e di tutto il mondo. Riferendosi ai preti che hanno rinunciato al celibato – sottolineano i presuli del Kenya - "non sono più cattolici”. “Siamo dispiaciuti – spiegano – per il fatto che questi preti non siano stati fedeli all’obbligo del celibato che hanno accettato al momento dell’ordinazione”. Rinunciare al celibato per costruirsi una famiglia “è come abbandonare la Chiesa per aderire ad un’altra Chiesa o fondarne una nuova”. I sacerdoti che rinunciano al celibato – si sottolinea infine nella lettera - “sfidano l’autorità della Chiesa… quindi una dichiarazione di scomunica deriva da una scomunica che si sono imposti da soli”. (A.L.)
Radio Vaticana - Nessuno – si legge nel documento firmato dal cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi e primate del Kenya - ha il diritto di modificare o cambiare ciò che è stato vissuto dal Signore stesso e ciò che è stato tramandato fino a noi dai Papi e dai Padri della Chiesa nel corso dei secoli. Ogni sacerdote – scrivono i presuli - è chiamato a rispettare il celibato e ad essere fedele agli insegnamenti della Chiesa. I vescovi invitano anche i fedeli a pregare per i sacerdoti del Kenya e di tutto il mondo. Riferendosi ai preti che hanno rinunciato al celibato – sottolineano i presuli del Kenya - "non sono più cattolici”. “Siamo dispiaciuti – spiegano – per il fatto che questi preti non siano stati fedeli all’obbligo del celibato che hanno accettato al momento dell’ordinazione”. Rinunciare al celibato per costruirsi una famiglia “è come abbandonare la Chiesa per aderire ad un’altra Chiesa o fondarne una nuova”. I sacerdoti che rinunciano al celibato – si sottolinea infine nella lettera - “sfidano l’autorità della Chiesa… quindi una dichiarazione di scomunica deriva da una scomunica che si sono imposti da soli”. (A.L.)| Tweet |
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