sabato, giugno 20, 2009
del nostro redattore Carlo Mafera

Qualche anno fa fu ricordato a Pescara con una raccolta di documenti l’ingegnere Corradino D’Ascanio, geniale inventore dell’elicottero e della vespa. Sin da bambino egli era appassionato del volo come Icaro e Leonardo e addirittura a tale età fu capace di costruirsi una macchina volante con tela di lenzuola, carta di giornale e stecche di legno. Praticamente già dodicenne aveva inventato il deltaplano. Si laureò ben presto, lui del 1881, nel 1914. Entrò nel genio aereonautico e si distinse subito risolvendo seri problemi come il congelamento dell’olio negli aerei da caccia e la mancanza di comunicazione installando per primo la radio trasmittente nei velivoli. Nel 1930 fu pioniere del volo verticale conquistando tre record e la copertina della Domenica del Corriere.

Nel 1932 entrò nella Piaggio dove si distinse per geniali invenzioni quali i motori stellari e eliche a passo variabile finché non gli fu ordinata la vespa e l’ape che progettò e realizzò stupendamente nel 1946.
Ritornando però all’invenzione più prestigiosa (l’elicottero), si può affermare con certezza che D’Ascanio fu sfortunato e soprattutto boicottato prima dagli alti gradi dell’aereonautica (nemo profeta in patria) come il maresciallo Italo Balbo che vedeva nell’elicottero un mezzo di servizio e ausiliare e quindi non “eroico” e dallo stesso Mussolini che promise un sostegno finanziario, assistendo alle prime esibizioni dei prototipi e disattendendolo subito dopo. Soltanto un barone decaduto, un certo Troiani, lo aiutò a portare avanti il progetto dell’elicottero ma nonostante i già ricordati record mondiali di sollevamento da terra, di tempo di permanenza nello spazio e di percorso realizzato in lunghezza, dovette abbandonare il suo programma per mancanza di fondi.
Quando qualche anno più tardi in Inghilterra venne indetto un premio consistente in 5 milioni di lire di allora per chi avesse costruito una macchina leggera capace di innalzarsi e scendere verticalmente, di volare in ogni direzione, di trasportare anche un leggero carico di cose e persone ma nessuno si accorse di questo bando di concorso e fu una dolorosissima occasione mancata per l’Ing. D’Ascanio che già aveva speso fior di quattrini per brevettare e mantenere i brevetti delle sue invenzioni in tutto il mondo.
Nel 1939 però, Enrico Piaggio consentì a Corradino D’Ascanio la costruzione di altri elicotteri come il PD1 e il PD2. Quest’ultimo venne terminato nel 1943 quando fu distrutto durante un bombardamento dello stabilimento Piaggio di Pontedera. Nel 1948 partecipò ad un congresso internazionale sull’elicottero a Filadelfia dove venne acclamato come un vero e proprio pioniere. Intanto la Piaggio gli commissionò i nuovi prototipi del PD2 ma le nuove versioni PD3 e PD4 erano già obsolete rispetto alle produzioni statunitensi che, nel frattempo, avevano fatto un balzo tecnologico enorme rispetto a quelle italiane. Nel 1969 disegnò un piccolo elicottero che doveva essere utilizzato nell’agricoltura ma L’Agusta non diede corso a questa produzione perché interessata a quella militare.
D’Ascanio, nella sua lunga vita ebbe numerose onorificenze come quella di Cavaliere di Gran Croce concessa dal Presidente della Repubblica ma soprattutto fu autore di tante pubblicazioni scientifiche nel campo aereonautico e professore di disegno alla Università di Pisa dal 1937 al 1961. Morì nella città in cui insegnò il 6 agosto 1981. Potrebbe essere paragonato, come genio ed inventiva, al grande Leonardo inserendosi nella secolare tradizione italiana degli uomini più ricchi di intelligenza.

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