sabato, gennaio 10, 2009
Aiuti sospesi dopo l'uccisione di un autista

Agenzia Misna - L’uccisione di un’autista a bordo di uno dei camion delle Nazioni Unite che stavano portando aiuti per la popolazione di Gaza cercando di sfruttare le tre ore di sospensione dei combattimenti promesse da Israele ha spinto l’Unrwa, l’organismo Onu incaricato di occuparsi dei campi profughi palestinesi, a sospendere ogni attività nella Striscia di Gaza. L’uomo, impiegato presso una società utilizzata dall’Unrwa per i trasporti, è stato colpito a morte dall’esercito israeliano, un’altra persona è rimasta ferita. Il fatto è stato confermato alla MISNA da funzionari dell’Unrwa. Intanto, il recupero di molti corpi senza vita in alcune zone prima inaccessibili a causa dei combattimenti ha fatto salire il temporaneo bilancio delle vittime a 763, la maggior parte dei quali donne e bambini. “Non abbiamo idea di quando potremo riprendere le attività, a Gaza è sempre più pericoloso” ha detto alla MISNA Christopher Gunness, portavoce dell’Unrwa. La denuncia dell’ente delle Nazioni Unite è in linea con le dure condanne dell’operato di Israele espresse oggi anche da altri organismi internazionali, secondo i quali le forze armate di Tel Aviv ostacolano e ritardano i soccorsi alla popolazione civile. L’Organizzazione mondiale per la sanità ha denunciato che dall’inizio dell’offensiva il 27 dicembre sono stati uccisi 21 suoi operatori, mentre altri 30 sono rimasti feriti. Il responsabile regionale della Croce rossa internazionale, Pierre Wettach, ha definito “inaccettabile” e “scioccante” il comportamento dei militari israeliani, accusati in diversi casi di non assistere i feriti e di non rendere possibile l’accesso ai soccorritori. Le violazioni da parte di Israele delle norme del diritto internazionale erano apparse evidenti due giorni fa, con la strage nella scuola gestita dall’Unrwa nel campo profughi di Jabaliyah, nel nord della Striscia. Un’inchiesta interna dell’Onu ha accertato che all’interno dell’edificio non c’era alcun combattente, a differenza di quanto sostenuto dai comandi di Tel Aviv: a perdere la vita sarebbero stati 45 civili, che credevano la struttura al riparo dalle bombe israeliane.


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