Continuano le violenze nell’area di Gaza, morti già 87 bambini.
Save the Children - Lo staff dell’Organizzazione presente sul territorio ha fornito i beni di prima necessità nelle aree di Gaza City, Jabalyah est, Beit Lahia, Beit Hanoun e Un Al Nasser e sta pianificando la distribuzione nella parte sud, a Rafah.Ieri lo staff di Save the Children ha distribuito aiuti, soprattutto cibo, ai bambini di Gaza e alle loro famiglie, nonostante le precarie condizioni di sicurezza a causa degli attacchi che arrivano ormai anche da terra. L’Organizzazione ha fornito pacchi di cibo a 641 famiglie, approssimativamente circa 6000 persone, di cui 3000 bambini, a Gaza City, ma anche a Jabalyah est, Beit Lahia, Beit Hanoun e Un Al Nasser, e attualmente sta predisponendo la distribuzione a Rafah, nella parte meridionale del territorio.
Gli attacchi aerei e i combattimenti di terra stanno rendendo gli spostamenti sempre più difficili e pericolosi per le famiglie, che versano ormai in stato di estrema prostrazione, e che gli operatori di Save the Children stanno cercando di assistere al meglio. Tuttavia, l’impossibilità di portare all’interno del territorio di Gaza ulteriori approvvigionamenti e il perdurare delle violenze, rischiano di bloccare la distribuzione degli aiuti da parte dell’organizzazione umanitaria
“ La situazione è sempre più critica: dall’inizio dei combattimenti ad oggi, secondo alcune fonti 87 bambini hanno perso la vita, mentre 2000 famiglie sono state sfollate. I bambini, oltre a far fronte a mancanza di cibo, di acqua potabile, di cure mediche, di elettricità, con l’impossibilità di andare a scuola e con condizioni igieniche molto precarie, devono continuamente fare i conti con violenza, paura e incertezza.”, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. “ I genitori stanno facendo enormi sforzi per proteggerli e prendersi cura di loro, ma non possano lasciare le loro case per la paura di essere feriti o perdere la vita negli attacchi”.
La progressiva diminuzione delle scorte nelle case e il collasso del sistema elettrico e sanitario, va di pari passo con l’aumento della vulnerabilità dei minori di Gaza. Save the Children sottolinea come a causa della mancanza di elettricità che viene utilizzata per il riscaldamento notturno, i bambini, in particolare quelli più piccoli e i neonati, siano costantemente a rischio ipotermia.
“Il freddo si aggiunge agli altri problemi e alle minacce per la salute che i minori di Gaza e i loro genitori stanno già affrontando,” continua Valerio Neri. “Le famiglie sono costrette a lasciare le finestre aperte durante la notte in modo che non vengano rotte dalle scosse dei bombardamenti e dalle schegge: i bambini, già per la gran parte poveri e malnutriti, sono così costretti a passare la notte esposti al freddo”.
Prima di quest’ultima esplosione di violenza, oltre 50.000 bambini a Gaza erano malnutriti, più dei due terzi soffrivano di carenza di vitamina A e quasi la metà di quelli con meno di due anni soffrivano di anemia. La carenza di cibo, acqua potabile e medicinali non ha fatto altro che aggravare le già precarie condizioni di salute dei bambini.
È assolutamente necessario che le parti si adoperino per una soluzione immediata dell’attuale crisi che sta avendo un impatto devastante sulla vita dei bambini di Gaza e di quelli israeliani che vivono in zone a rischio attacchi.
Save the Children chiede pertanto l’immediato cessate il fuoco e l’apertura di un corridoio umanitario che consenta alle organizzazioni umanitarie di provvedere ai bisogni primari della popolazione civile.
Save the Children, che opera in Medio Oriente dal 1953 ed è una delle organizzazioni con il più ampio programma di aiuti e progetti nell'area, ha attivato una raccolta fondi a sostegno delle attività di aiuto e soccorso.
Per donazioni clicca qui o telefona al numero verde 800 900 063.
Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Save the Children Italia tel. 06 48070071 press@savethechildren.it www.savethechildren.it
Save the Children - Lo staff dell’Organizzazione presente sul territorio ha fornito i beni di prima necessità nelle aree di Gaza City, Jabalyah est, Beit Lahia, Beit Hanoun e Un Al Nasser e sta pianificando la distribuzione nella parte sud, a Rafah.Ieri lo staff di Save the Children ha distribuito aiuti, soprattutto cibo, ai bambini di Gaza e alle loro famiglie, nonostante le precarie condizioni di sicurezza a causa degli attacchi che arrivano ormai anche da terra. L’Organizzazione ha fornito pacchi di cibo a 641 famiglie, approssimativamente circa 6000 persone, di cui 3000 bambini, a Gaza City, ma anche a Jabalyah est, Beit Lahia, Beit Hanoun e Un Al Nasser, e attualmente sta predisponendo la distribuzione a Rafah, nella parte meridionale del territorio.Gli attacchi aerei e i combattimenti di terra stanno rendendo gli spostamenti sempre più difficili e pericolosi per le famiglie, che versano ormai in stato di estrema prostrazione, e che gli operatori di Save the Children stanno cercando di assistere al meglio. Tuttavia, l’impossibilità di portare all’interno del territorio di Gaza ulteriori approvvigionamenti e il perdurare delle violenze, rischiano di bloccare la distribuzione degli aiuti da parte dell’organizzazione umanitaria
“ La situazione è sempre più critica: dall’inizio dei combattimenti ad oggi, secondo alcune fonti 87 bambini hanno perso la vita, mentre 2000 famiglie sono state sfollate. I bambini, oltre a far fronte a mancanza di cibo, di acqua potabile, di cure mediche, di elettricità, con l’impossibilità di andare a scuola e con condizioni igieniche molto precarie, devono continuamente fare i conti con violenza, paura e incertezza.”, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. “ I genitori stanno facendo enormi sforzi per proteggerli e prendersi cura di loro, ma non possano lasciare le loro case per la paura di essere feriti o perdere la vita negli attacchi”.
La progressiva diminuzione delle scorte nelle case e il collasso del sistema elettrico e sanitario, va di pari passo con l’aumento della vulnerabilità dei minori di Gaza. Save the Children sottolinea come a causa della mancanza di elettricità che viene utilizzata per il riscaldamento notturno, i bambini, in particolare quelli più piccoli e i neonati, siano costantemente a rischio ipotermia.
“Il freddo si aggiunge agli altri problemi e alle minacce per la salute che i minori di Gaza e i loro genitori stanno già affrontando,” continua Valerio Neri. “Le famiglie sono costrette a lasciare le finestre aperte durante la notte in modo che non vengano rotte dalle scosse dei bombardamenti e dalle schegge: i bambini, già per la gran parte poveri e malnutriti, sono così costretti a passare la notte esposti al freddo”.
Prima di quest’ultima esplosione di violenza, oltre 50.000 bambini a Gaza erano malnutriti, più dei due terzi soffrivano di carenza di vitamina A e quasi la metà di quelli con meno di due anni soffrivano di anemia. La carenza di cibo, acqua potabile e medicinali non ha fatto altro che aggravare le già precarie condizioni di salute dei bambini.
È assolutamente necessario che le parti si adoperino per una soluzione immediata dell’attuale crisi che sta avendo un impatto devastante sulla vita dei bambini di Gaza e di quelli israeliani che vivono in zone a rischio attacchi.
Save the Children chiede pertanto l’immediato cessate il fuoco e l’apertura di un corridoio umanitario che consenta alle organizzazioni umanitarie di provvedere ai bisogni primari della popolazione civile.
Save the Children, che opera in Medio Oriente dal 1953 ed è una delle organizzazioni con il più ampio programma di aiuti e progetti nell'area, ha attivato una raccolta fondi a sostegno delle attività di aiuto e soccorso.
Per donazioni clicca qui o telefona al numero verde 800 900 063.
Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Save the Children Italia tel. 06 48070071 press@savethechildren.it www.savethechildren.it
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