Un documentario racconta la deportazione degli italiani in Germania nel 43-45.
8744, documentario di Alessandro Di Gregorio, racconta la storia del professore tedesco Bernhard Lehmann che s'intreccia con quella degli oltre 500mila italiani deportati in Germania dopo l’8 settembre 1943 e costretti a lavorare nelle fabbriche naziste. I cosiddetti 'schiavi d Hitler'. Almeno 50mila di loro morirono a causa delle condizioni igienico-sanitarie, della denutrizione e delle violenze psicologiche e fisiche cui vennero sottoposti e si ritiene che altri 50mila di loro morirono dopo il loro rientro in Italia nel 1945. Bernhard Lehmann, insegnante del liceo Paul Klee di Gersthofen, nel 2001, si dedica con i suoi studenti a un progetto di ricerca sul lavoro coatto durante il Terzo Reich. Di fronte alla chiusura da parte delle istituzioni e delle fabbriche nel concedergli l’accesso ai rispettivi archivi, Lehmann decide di citare in giudizio la municipalità di Gersthofen: vince il ricorso e riesce a ricostruire le liste dei nostri connazionali internati nella Hoechst A.G. e nella Transehe. Cerca di contattare superstiti e parenti dei deportati e di organizzare eventi di beneficenza per raccogliere fondi da destinare ad un simbolico risarcimento degli ex internati.
Dopo aver raccolto circa 75mila euro inizia un viaggio che lo porta a Trieste, Como, Casina (Re), Arezzo, Roma, Galluccio (Ce). Nel corso del viaggio incontra gli ex internati deportati a Gersthofen e le loro famiglie. Rientrato in Germania si attiva per relizzare un monumento alla memoria degli internati militari e civili deportati a Gersthofe; il monumento verrà inaugurato il 24 ottobre 2005.
8744, documentario di Alessandro Di Gregorio, racconta la storia del professore tedesco Bernhard Lehmann che s'intreccia con quella degli oltre 500mila italiani deportati in Germania dopo l’8 settembre 1943 e costretti a lavorare nelle fabbriche naziste. I cosiddetti 'schiavi d Hitler'. Almeno 50mila di loro morirono a causa delle condizioni igienico-sanitarie, della denutrizione e delle violenze psicologiche e fisiche cui vennero sottoposti e si ritiene che altri 50mila di loro morirono dopo il loro rientro in Italia nel 1945. Bernhard Lehmann, insegnante del liceo Paul Klee di Gersthofen, nel 2001, si dedica con i suoi studenti a un progetto di ricerca sul lavoro coatto durante il Terzo Reich. Di fronte alla chiusura da parte delle istituzioni e delle fabbriche nel concedergli l’accesso ai rispettivi archivi, Lehmann decide di citare in giudizio la municipalità di Gersthofen: vince il ricorso e riesce a ricostruire le liste dei nostri connazionali internati nella Hoechst A.G. e nella Transehe. Cerca di contattare superstiti e parenti dei deportati e di organizzare eventi di beneficenza per raccogliere fondi da destinare ad un simbolico risarcimento degli ex internati.
Dopo aver raccolto circa 75mila euro inizia un viaggio che lo porta a Trieste, Como, Casina (Re), Arezzo, Roma, Galluccio (Ce). Nel corso del viaggio incontra gli ex internati deportati a Gersthofen e le loro famiglie. Rientrato in Germania si attiva per relizzare un monumento alla memoria degli internati militari e civili deportati a Gersthofe; il monumento verrà inaugurato il 24 ottobre 2005.
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