lunedì, giugno 23, 2008

Cinque anni dopo l'invasione americana dell'Iraq e il conflitto armato interno che ne è seguito, la crisi dei rifugiati iracheni ha assunto proporzioni tragiche.

Amnesty International - Milioni di persone a rischio - musulmani sunniti e sciiti, cristiani, palestinesi e altri - sono fuggite dalle loro case e adesso lottano per sopravvivere. Nonostante ciò, la comunità internazionale ha fatto poco o nulla per risolvere il problema, contravvenendo all'obbligo morale e legale di prendersi carico di queste persone. L'unica risposta a questa crisi è stata l'indifferenza. Per giustificare il mancato intervento, la comunità internazionale ha cercato di promuovere una versione più positiva della situazione in Iraq e della crisi dei rifugiati. Ma la retorica non cambia la realtà. Nonostante alcuni segnali che la violenza in Iraq fosse in declino nel 2007, tale tendenza negli ultimi mesi si è rovesciata. A cinque anni dall'inizio del conflitto in Iraq le uccisioni da parte dei gruppi armati, della Forza multinazionale, delle forze di sicurezza irachene e delle guardie di sicurezza private, sono all'ordine del giorno. Rapimenti, torture, maltrattamenti e detenzioni arbitrarie pervadono la vita quotidiana degli iracheni. Le violenze contro le donne e le ragazze, inclusi stupri e assassini per "delitti d'onore", sono in aumento.

Col passare dei mesi, un numero sempre maggiore di rifugiati ha bisogno di aiuto per soddisfare i bisogni più elementari. Ad oggi circa 120 mila persone, il 90% dei rifugiati iracheni registrati in Siria, ha avuto bisogno di cibo, contro il 32% dell'anno precedente (2007). All'inizio del 2008, l'Acnur ha affermato che il numero di persone bisognose di cibo continuerà ad aumentare e ha stimato che distribuirà generi alimentari a circa 300 mila persone nella sola Siria entro la fine dell'anno. Di fronte a ciò, l'assistenza finanziaria ai paesi ospitanti e alle agenzie umanitarie rimane vergognosamente bassa. I principali paesi ospitanti non hanno ricevuto aiuti bilaterali, mentre le Nazioni Unite e le agenzie internazionali hanno un disperato bisogno di nuovi fondi per garantire la continuità dei progetti principali. Tutto questo dimostra come l'aiuto fornito dalla comunità internazionale fino ad ora, sia stato ampiamente inadeguato.

Amnesty International teme che la mancata risposta alla crisi dei rifugiati iracheni continuerà a erodere il sistema di protezione dei diritti umani di coloro che fuggono dalle loro case in cerca di maggiore sicurezza. L'organizzazione chiede quindi al governo italiano di fornire assistenza finanziaria e tecnica sia bilaterale sia multilaterale a Siria, Giordania e agli altri stati che ospitano i rifugiati iracheni nella regione e di fornire assistenza continuativa a UNHCR, PAM, UNICEF e alle altre organizzazioni umanitarie nazionali e internazionali, per permettere loro di continuare a fornire e ampliare il lavoro di assistenza e protezione.

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